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Sabato, 20 Aprile 2024
Migranti

"Vietato dar da mangiare ai migranti": ma Ventimiglia non ci sta

Senza la piccola comunità di Ventimiglia chi da un mese è ancora a protestare sugli scogli al confine con la Francia sarebbe rimasto solo, senza cibo né servizi. Quella frontiera dove si "resta umani" nonostante l'Europa ostile

VENTIMIGLIA - "Se fosse stato per le istituzioni questi ragazzi sugli scogli non avrebbero avuto manco la possibilità di farsi una doccia. Dovrebbero vergognarsi invece di sputare merda su chi sta costantemente al fianco dei migranti. Andiamo avanti e non abbiamo nessuna intenzione di mollare. Il vostro terrorismo mediatico ci fa solo ridere" così si legge sulla pagina Facebook del presidio permanente "No Borders" di Ventimiglia. Perché da quel 14 giugno è passato un mese ma la situazione non si è risolta.

Quello che era diventato un caso mediatico (e anche diplomatico) ha lasciato il posto ad altre notizie. Così coloro che dopo il duro blitz delle forze dell'ordine (ordinato dal ministero degli Interni) sono rimasti a protestare sul confine tra Italia e Francia sono spariti dai giornali. Ma loro sono ancora lì e non sono rimasti soli: da tutta Italia gruppi di "solidali" hanno deciso di venire qui per supportare quella che è una vera e propria battaglia per la libera circolazione, non di merci ma di persone.  

LIBERTA' DI MOVIMENTO - Chi arriva qui si accampa, non importa se si è profughi o solidali: insieme si protesta e si resiste contro quell'Europa che non vuole che si passi quella frontiera. Le persone sono arrivate da tutta Italia, perché nel nostro Paese non c'è solo chi pensa "prima agli italiani", ma anche chi crede che la libertà di movimento sia non solo un diritto ma un'opzione che dovrebbe sempre essere garantita. 

Tra loro c'è anche Eat the Rich, una rete di cucinieri, produttori e gruppi d'acquisto che dal 23 giugno ha dato vita a una staffetta, con tanto di cucina di strada e un piccolo media center. Ma l'obiettivo non è solo distribuire da mangiare ma di "dare un contributo materiale a quanti stanno resistendo agli infami respingimenti sui confini francesi". Un diario di bordo on-line per raccontare la storia di questa resistenza e poi tutti i giorni cibo, docce autocostruite ma anche scambi, parole e momenti di aggregazione. Così a Ventimiglia "restiamo umani". 

Ventimiglia, i profughi sugli scogli | Foto Infophoto

L'ORDINANZA ANTI-CIBO - La piccola comunità che resiste arroccata tra gli scogli e la frontiera, è sempre più conosciuta nella città: chi sta nel centro di accoglienza vicino alla stazione deve rietrare entro le 23 ma spesso passa il tempo qui, a parlare, confrontarsi, conoscersi. Così tutto questo è diventato un problema di ordine pubblico: "Il sindaco ha emesso un'ordinanza che vieta di portare cibi cotti e bevande sugli scogli. Sulla strada dalla stazione al presidio (4 km) ci sono molti posti di blocco: ci fermano e controllano gli zaini. Il paradosso è che mentre noi ci battiamo per abbattere i confini, da quando siamo qui neppure in città c'è più libertà di movimento" ci spiegano al telefono dal presidio. 

Nonostante tutto la protesta è diventata un punto di riferimento e da qui vanno e vengono migranti e solidali: "La gente da qui va e viene, c'è un flusso continuo: c'è chi torna a casa perché è venuto qui da solidale, c'è chi invece è riuscito a ottenere lo status da rifiugiato in Francia e ci lascia, c'è chi sta qui perché non sa dove andare". Solidali e migranti si sono mischiati nelle loro rivendicazioni, sono diventati amici e vivono insieme accampati nella tendopoli, dove i passaporti e le cittadinanze non sono importanti. 

L'APPELLO - Poi qualche giorno fa è iniziata a circolare una voce preoccupante, quella dello sgombero, che sarebbe già stato ordinato. Così il presidio permanente lancia un appello: "Finché esisteranno dei confini ci saranno dei migranti pronti a sfidarli. In questa lotta per la dignità il Presidio “No borders” ha supportato le istanze politiche di chi indietro non torna. Sgomberare il presidio non cancellerà il problema, semmai lo allontanerà e per breve tempo da questi scogli. Ma i recinti esistono per essere sfondati, presto o tardi. Raggiungeteci, qui al confine, a presidiare la determinazione di chi non si ferma all’alt delle autorità". 

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