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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Milano

Milano è la nuova 'terra dei fuochi'

Due roghi sono scoppiati nella notte in due diversi impianti di stoccaggio dei rifiuti. Il ministro Costa: “Una battaglia da combattere con fermezza”

Due violenti incendi sono scoppiati nella notte in due diversi  impianti di stoccaggio di rifiuti nel Milanese. Intorno alle 4.30 della notte scorse le fiamme sono divampate all’interno della ditta Ri.Eco di Novate Milanese, comune a Nord del capoluogo. Poche ore prima, alle 8.30, era andati a fuoco i capannoni dell’impianto di Via Chiasserini 11, a Quarto Oggiaro, quartiere alla periferia Nord della città. Due incendi che hanno provocato alte colonne di fumo visibili a chilometri di distanza. Anche a Novate Milanese le operazioni di spegnimento richiederanno l’intera giornata di oggi. Poi toccherà ad esperti e investigatori accertare le cause dei roghi e soprattutto verificare le l’origine sia stata dolosa o accidentale.

Costa: “Battaglia da combattere con fermezza”

"La guerra dei rifiuti il Lombardia è una battaglia che intendiamo combattere con fermezza e risolutezza da  subito. La Lombardia è terra dei fuochi come il resto di Italia, anche per la Lombardia stiamo scrivendo la norma Terre dei Fuochi. Riteniamo necessario, come primo passo, riaffermare il principio di prossimità di gestione dei rifiuti, per renderlo virtuoso. Un obiettivo da raggiungere cominciando con il modificare l'art. 35 dello Sblocca Italia sugli inceneritori". Questo il commento in una nota del Ministro dell'Ambiente Sergio Costa in merito agli incendi della scorsa notte a Milano.

Incendio capannone Bovisasca (MilanoToday)

“Nel deposito non dovevano esserci rifiuti”

“In quel capannone i rifiuti non dovevano esserci. Evidentemente è accaduto qualcosa. Sono andati a fuoco 16 mila metri quadri di rifiuti non pericolosi”. Lo ha sottolineato l’assessore all’ambiente della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, al termine del sopralluogo effettuato nell’impianto di stoccaggio di rifiuti Ipb di Quarto Oggiaro dove ieri sera è scoppiato un enorme incendio con fiamme altissime e colonne di fumo nero visibili a diversi chilometri di distanza. Dai primi accertamenti sono emerse alcune anomalie dopo la cessione di una ramo di azienda. Le presunte irregolarità riguardano la mancanza della fidejussione necessaria per la copertura del rischio ambientale e dunque per ottenere l’autorizzazione al trattamento dei rifiuti da parte della città metropolitana.

A fine agosto era stata avviata la procedura di diniego e giovedì scorso funzionari della città metropolitana accompagnati da agenti della polizia locale avevano effettuato un’ispezione nello stabilimento, riscontrando la presenza di rifiuti dove non dovevano essere stoccati. Il sospetto che sia stato un rogo doloso è concreto: “Difficile pensare che sia stato un fulmine”, ha aggiunto Cattaneo che ha subito precisato: “Non siamo la terra dei fuochi. In Lombardia ci sono 30 mila impianti autorizzati al trattamento dei rifiuti e gli incendi sono inferiori ai 20 all’anno”. Quanto infine ai possibili rischi per la salute pubblica, secondo l’assessore regionale all’ambiente “non sono per ora emerse criticità dal punto di vista degli inquinanti”. Il quadro sarà più chiaro giovedì dopo la prima relazione dei dell’Arpa.

Quarto Oggiaro, serviranno giorni per tornare alla normalità

Serviranno “giorni e non ore” per far tornare alla normalità la situazione a Quarto Oggiaro dopo l’incendio scoppiato domenica sera all’interno in deposito di stoccaggio dei rifiuti di via Chiasserini. Lo ha sottolineato il direttore regionale dei vigili del fuoco della Lombardia, Dante Pellicano, incontrando la stampa a Palazzo Marino. “È un grande lavoro, ci son tantissime squadre sul posto”, ha sottolineato il funzionario precisando che si è trattato di “un incendio di grandi dimensioni” che proprio per questo “durerà ancora tanto” soprattutto perché “i prodotti della combustione circoleranno ancora per tanto tempo. Parliamo di giorni non di ore”.

Secondo Pellicano, ha fatto bene il Comune di Milano a invitare in via precauzionale gli abitanti del quartiere a tenere chiuse le finestre delle proprie abitazioni in attesa che i tecnici dell’Arpa concludano tutte le verifiche su possibili rischi per la salute pubblica: “Non guasta, finché non determiniamo attraverso l’Arpa quelle che sono le pericolosità eventuali”. Se da un lato è prematuro ipotizzare collegamenti tra l’incendio di Quarto Oggiaro e quello che poche ore più tardi ha devastato un centro di riciclo rifiuti di Novate Milanese (“E’ ancora presto per dirlo”), dall’altro Pellicano preferisce non parlare di emergenza rifiuti in Lombardia: “Direi di mantenere la cautela. Ci sono stati tanti casi ma non parlerei di un’emergenza come la intendete voi. Sono casi ancora sporadici, ma dove deve esserci grande attenzione da parte di tutti”.

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