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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il processo / Reggio Calabria

Mimmo Lucano: l'ex sindaco di Riace condannato a 13 anni e due mesi di carcere

Condanna pesantissima in primo grado. Il pm Michele Permunian e il procuratore capo Luigi D'Alessio avevano chiesto 7 anni e 11 mesi di pena

Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace in provincia di Reggio Calabria, è stato condannato a 13 anni e due mesi, quasi il doppio della pena richiesta dalla procura di Locri. Il pm Michele Permunian e il procuratore capo Luigi D'Alessio avevano chiesto 7 anni e 11 mesi di pena. Nel 2018 Mimmo Lucano era stato al centro di un'inchiesta della procura di Locri che ha ipotizzato l'esistenza di un sistema criminale dentro quello che era stato ribattezzato "il paese dell’accoglienza". L'ex sindaco era accusato di essere il promotore di un'associazione a delinquere che aveva lo scopo di commettere "un numero indeterminato di delitti (contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio), così orientando l'esercizio della funzione pubblica del ministero dell'Interno e della prefettura di Reggio Calabria, preposti alla gestione dell'accoglienza dei rifugiati nell'ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l'affidamento dei servizi da espletare nell'ambito del Comune di Riace".

Mimmo Lucano condannato: "Una vicenda inaudita"

A leggere la sentenza è stato il presidente del Tribunale di Locri, Fulvio Accurso, dopo una camera di consiglio che si è protratta per quattro giorni. "Aspettiamo di vedere le motivazioni della sentenza", afferma l'avvocato di Lucano. "Ci sono state alcune assoluzioni e alcune condanne, aspettiamo a prendere parola", aggiunge. "Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un'assoluzione", ha commentato Lucano dopo la sentenza di primo grado. "Grazie comunque lo stesso ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l'altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica", ha aggiunto.

Mimmo Lucano era sotto processo anche per abuso d'ufficio, truffa, falsità ideologica, turbativa d'asta, peculato e malversazione a danno dello Stato. Nel corso della requisitoria l'accusa aveva affermato che "numerose conversazioni dimostrano in modo netto che l'agire, anche illecito, di Lucano è determinato da interessi di natura politica". In altri termini, aveva proseguito il pubblico ministero, "non era importante la qualità dell'accoglienza ma far lavorare i riacesi così da conseguire, quale contraccambio, un sostegno politico elettorale".

Il processo a Mimmo Lucano

Il processo "Xenia" sui presunti illeciti nella gestione dei migranti si è tenuto al tribunale di Locri. Da sempre personaggio amato e discusso, da molti considerato un simbolo dell'integrazione, tre anni fa Lucano era finito nel mirino della Guardia di finanza per presunte irregolarità nella gestione dell'accoglienza dei migranti nel comune del reggino. Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ipotizzavano gli inquirenti, oltre a diversi presunti illeciti sui progetti di accoglienza. Ora la sentenza di primo grado.

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