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Giovedì, 25 Aprile 2024
In una mail

"Ci hai rovinato la vita, ti ammazzeremo": minacce al ministro Speranza, finisce male

Un uomo di 35 anni è stato denunciato per minaccia aggravata

Minacce di morte al ministro della Salute Roberto Speranza, legate alle misure e restrizioni per covid, sono state inviate via email da un 35enne di Latina, ora denunciato per minaccia aggravata. È quanto riferisce il Nas dei carabinieri in una nota a "conclusione di articolate indagini e accertamenti telematici condotti sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma".

Le minacce di morte in una mail al ministro Speranza

I militari del Reparto operativo del Nas hanno dato esecuzione, con il supporto dei militari dell'Arma territorialmente competenti, a un decreto di perquisizione nei confronti del 35enne. "Un 35enne della provincia di Latina è stato denunciato per 'minaccia aggravata' in quanto ritenuto responsabile di aver inviato, ad aprile 2021, email dal contenuto minaccioso rivolte al ministro della Salute, Roberto Speranza", spiegano i militari. "Di estrema gravità le minacce formulate, connesse con le misure e le restrizioni governative adottate in relazione all'emergenza pandemica da Covid-19: utilizzando toni offensivi, infatti, nei messaggi venivano prospettate azioni violente nei confronti del ministro, contenenti anche esplicite minacce di morte - evidenzia la nota -. 'Poverino hai denunciato quelle persone che ti hanno detto la verità', riferendosi alle perquisizioni che, ad aprile scorso, i militari del Reparto operativo del Nas avevano condotto, sempre sotto la direzione della Procura di Roma, nei confronti di altre 4 persone, per analoghe minacce al ministro Speranza".

Tre le cose scritte dal 35enne contro Speranza: "Tu hai rovinato la vita a noi italiani e anche a me… tu sicuro farai una brutta fine per forza… meriti di essere bruciato vivo e uno ti deve squartare vivo con i vermi ti devono mangiare vivo… ti ammazzeremo tutti quanti". L'indagato si aggiunge, come detto, alle altre 4 persone già identificate "e deferite, per analogo reato, alla Procura di Roma dai militari del Reparto pperativo del Nas nell'aprile scorso: le indagini sinora condotte non hanno fatto emergere collegamenti tra loro", conclude la nota del Nas.

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