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Venerdì, 29 Marzo 2024
Criminalità / Modena

“Spariamo in bocca a Tizian”: in manette Rocco il calabrese

Giovanni Tizian, giornalista della Gazzetta di Modena, seguiva gli eventi legati ad un giro illecito di slot e attività truccate di gioco online. Da tempo vive sotto scorta

“O la smette o gli sparo in bocca”. Era questa evidentemente l'intenzione di Nicola Femia, boss della 'ndrangheta calabrese, detto “Rocco”, nei confronti del giornalista dell'Espresso Giovanni Tizian. Quest'ultimo dal 2010 seguiva gli eventi legati ad un giro illecito di slot e attività truccate di gioco online, che vedevano protagonista proprio Nicola Femia. E quella minaccia nasce da un'intercettazione telefonica tra il boss e il suo faccendiere Guido Torello.

A Femia non erano andati giù gli articoli che Tizian aveva cominciato a scrivere sulla “Gazzetta di Modena” evidenziando i legami di Femia con la criminalità organizzata calabrese.

Minacce che hanno portato gli inquirenti a predisporre un'operazione di scorta per il giornalista. Il giro d'affari di “Rocco”, partito nel 2010, si è, però, concluso questa mattina.

Sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza di Bologna circa 1500 slot machine truccate in tutta Italia. Tecnicamente negli apparecchi era stata collocata una scheda modificata per “ occultare i reali volumi di gioco ed evadere quindi le tasse da pagare allo Stato”. Inoltre era stata imbastita una fruttuosa attività di giochi online illegali: “nelle sale gioco collegate all’organizzazione e sparse per tutta l'Italia, si trovavano dei terminali attraverso i quali si potevano piazzare scommesse su siti esteri privi dell’autorizzazione dei Monopoli di Stato per la raccolta di gioco online”.

Tra slot truccate e le attività di gioco online, l’organizzazione aveva messo insieme un bottino di decine di milioni di euro. Naturalmente soldi che sarebbero dovuti entrare nelle casse dello Stato. (da Modena Today)

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