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Venerdì, 19 Aprile 2024
Doppia inchiesta

Le minorenni molestate sul treno e la maxi rissa sul Garda: i sospetti su 30 ragazzi

Cinque giovani tra i 16 e i 17 anni si sono rivolte alla polizia denunciando l'incubo vissuto mentre erano sul convoglio che le portava a casa dopo una gita a Gardaland. Ad agire potrebbero essere stati gli stessi protagonisti delle violenze del 2 giugno. Sarebbero coinvolti immigrati di seconda generazione ed è polemica politica

Proseguono le indagini sul caso delle ragazze molestate mentre erano sul treno regionale Verona-Milano di ritorno da Gardaland. Ad agire sarebbero stati almeno trenta ragazzi, anche loro minorenni. Si ipotizza che i presunti molestatori siano gli stessi ragazzi protagonisti della maxi rissa che si è scatenata nei giorni scorsi durante il raduno sul Garda convocato via TikTok. Ci sono quindi due inchieste che corrono parallele e, sullo sfondo, monta la polemica politica. Tra i protagonisti delle due vicende ci sarebbero anche giovani immigrati di seconda generazione e il centrodestra accusa la sinistra di volere mantenere il silenzio sulla vicenda. Andiamo con ordine e vediamo come i due fatti si incrociano.

"Le donne bianche qui non salgono"

Cinque ragazze, tutte tra i 16 e i 17 anni, hanno denunciato alla polizia ferroviaria di avere subito molestie sessuali su un treno il 3 giugno. Il gruppo era di rientro da una gita al parco divertimenti di Gardaland e si trovava sul regionale che da Peschiera del Garda (Verona) le stava riportando a Milano. 

Le ragazze sono scese a Desenzano grazie al provvidenziale aiuto di un altro ragazzo e si sono rivolte alla polizia. Il loro racconto è inequivocabile. Nella denuncia le vittime hanno raccontato che le aggressioni sono avvenute sul convoglio, bloccato dopo che qualcuno aveva azionato il freno di emergenza. Hanno detto di essere state accerchiate, palpeggiate nelle parti intime e insultate. "Ridevano. Ci dicevano le donne bianche qui non salgono”, hanno detto riferendosi a un gruppo di “ragazzi, la maggior parte nordafricani, della nostra età o poco più grandi”.

A rivolgersi alle forze dell'ordine sono state in cinque, ma il numero potrebbe crescere. Nelle querele le vittime parlano di una decina di ragazze aggredite. E a fare vivere loro l'incubo sarebbero stati almeno in trenta.

La maxi rissa

Quanto accaduto sul treno potrebbe avere un collegamento con la rissa avvenuta il 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica, sul lago di Garda. Nell'area che collega Castelnuovo del Garda e Peschiera si è scatenata una violenta rissa con pugni e bastonate e i protagonisti sono ragazzi giovanissimi che si erano dati appuntamento tramite Tik Tok. Violenza "completata" da furti ai bagnanti e danneggiamenti. Nei video ormai virali sui social si vedono gruppi di giovani invadere però non solo la spiaggia, ma anche i binari della stazione di Peschiera. "Stiamo facendo accertamenti su tutti i fatti che possono avere risultanze penali", ha spiegato il neo dirigente della squadra mobile di Verona Carlo Bartelli, precisando che si sta "procedendo con una ricostruzione dei fatti avvenuti giovedì in spiaggia, nell'abitato di Peschiera del Garda e sul treno.

Zaia: "Questa roba qui non la vogliamo"

Intanto monta la polemica politica, con il centrodestra che accusa la sinistra di volere mantenere il silenzio per non mettere in cattiva luce gli immigrati. "Come per le abominevoli violenze di capodanno - dice la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni - è calata una cappa di silenzio da parte di certa sinistra e delle femministe. Nessuna parola di sdegno, nessuna presa di posizione forte e decisa, probabilmente per paura di mettere in cattiva luce gli immigrati".

Per Matteo Salvini "a questi ragazzi qualcuno l'educazione gliela deve insegnare e se non sono mamma e papà lo farà qualcun altro. Non mi interessa prima o seconda generazione - aggiunge il leader leghista - questo insegna che bisognerebbe reintrodurre la leva". 

Al centrodestra risponde il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "Che delle 16enni non possano prendere in tranquillità e sicurezza un treno in Italia nel 2022 è una vera e propria vergogna che investe le responsabilità delle istituzioni e delle società ferroviarie che non devono permettere che accadano queste cose. Stiano sereni dalle parti della destra, che anche su questa vicenda non perdono tempo a strumentalizzare. Per noi di fronte alle molestie e alle violenze contro le donne non esiste differenza: che a compierle siano degli alpini o ragazzi di origine nordafricana".  

"La colpa non è dei magistrati. Ma di leggi che sono da cambiare. In altri ordinamenti c'è la notte in carcere. Che poi diventa una settimana e via aggravando. Se invece a chi fa robe del genere non succede niente, se l'impunità è garantita, il partecipare alle violenze diventa una medaglia da esibire. Il fatto è che oggi la legge non considera questi reati come gravi. Invece lo sono", dice oggi al Corriere della Sera il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. "Non possiamo assuefarci. Non possiamo giustificare. I responsabili delle violenze non sono persone con un'infanzia difficile, ma persone che vanno punite. Non voglio chiamare questa gente ragazzi, perché mi sembra già assolutorio: sono devastatori". "Non mi importa se questa gente era italiana, di prima o di ventesima generazione. Certo, la giornata di follia l'avevano chiamata 'L'Africa in Italia' e i molestatori sul treno gridavano 'le donne bianche qui non salgono'. Ma il punto è: questa roba, noi qui non la vogliamo. Non la accettiamo. Da nessuno e a prescindere dall'origine", conclude Zaia. 

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