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Martedì, 16 Aprile 2024
L'emergenza

Migranti, navi e droni contro gli scafisti: ok alla missione militare

Gli ambasciatori dei ventotto Stati membri dell'Unione europea hanno approvato il piano operativo della missione militare "EuNavFor" contro i trafficanti di esseri umani. Interventi nelle acque territoriali, nelle acque interne e sulla costa libica per distruggere la rete dei trafficanti

ROMA - Il quartier generale è a Roma, con comando affidato a un italiano: l'ammiraglio Enrico Credendino. Il varo ufficiale è previsto per lunedì ventidue giugno. E' "EuNavFor", la missione militare approvata dagli ambasciatori dei ventotto Stati membri dell'Unione europea con il compito di individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai trafficanti di esseri umani. L'approvazione ufficiale da parte del Cops - Comitato politico e di difesa - è arrivata il giorno dopo la cosiddetta "Force generation Conference", indetta per quantificare i mezzi che saranno forniti dagli Stati membri alla missione. Stando alle fonti, i ventotto hanno concordato che per il passaggio da una fase a quella successiva sarà necessaria una decisione "politica", da prendere con una riunione dei ministri o dei rappresentanti permanenti.

TUTTE LE FASI DEL PIANO - Nella prima e nella seconda fase è previsto che l'operazione si svolga in acque internazionali. Nella terza, per la quale è considerato "indispensabile" il mandato di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu è "utile" l'assenso se non la richiesta di intervento da parte di un governo libico di unità nazionale. L'ok formale di lunedì ventidue giugno inaugurerà solo la prima fase del piano. Quest'ultima dovrebbe durare "due o tre mesi", durante i quali il principale obiettivo sarà la raccolta di informazioni sul network dei trafficanti, usando droni, satelliti e i mezzi di ascolto elettronici di cui sono dotate le navi militari. In questa fase, seguendo le norme del diritto del mare, i mezzi impiegati nell'operazione potranno essere chiamati a salvataggi di barconi in difficoltà. Col passaggio alla seconda fase, che dovrà essere chiesto dal comandante dell'operazione, comincerebbe invece la "caccia" attiva - sempre in acque internazionali - ai mezzi dei trafficanti, l'arresto degli scafisti oltre al salvataggio dei migranti.

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Il Comitato politico e di difesa ha disposto anche che per i salvataggi con i mezzi militari (che legalmente sono territorio dello Stato di cui battono bandiera) saranno valide le regole d'ingaggio applicate per l'Operazione Triton. I migranti saranno trasportati "nel primo porto sicuro" e solo qui saranno avviate le procedure per la selezione dei richiedenti asilo e il rinvio ai paesi d'origine di chi non ha titolo per la protezione internazionale.

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BRACCIO DI FERRO ITALIA-FRANCIA - E intanto al valico di frontiera di Ventimiglia prosegue il braccio di ferro tra Italia e Francia sulle richieste di riammissione di migranti trovati in territorio francese. Ieri solo un terzo delle richieste è stata accettata dalla polizia italiana. Dei sessanta profughi accompagnati dalla polizia d'Oltralpe al valico di confine di Ponte San Luigi solo venti sono stati riammessi in Italia. Per gli altri quaranta la polizia di frontiera, in base all'accordo bilaterale di Chambery, ha rifiutato la riammissione. Le autorità francesi non sarebbero infatti riuscite a dimostrare che quei quaranta migranti provenissero davvero dall'Italia. Non ci sarebbe quindi nessuna inversione di tendenza da parte del governo d'Oltralpe sulla politica dei respingimenti, come si era pensato in un primo momento, ma la polizia italiana starebbe ormai rifiutando la maggior parte delle richieste di riammissione avanzate dalla polizia francese.

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