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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cosenza

Costringeva la moglie invalida e la figlia a prostituirsi per pochi euro: arrestato

Una vicenda che gli inquirenti definiscono "un campionario degli orrori spaventoso, che va al di là dell'immaginazione". Ai domiciliari anche il figlio della coppia

Un cosentino di 53 anni è stato arrestato con l'accusa di favoraggiamento della prostituzione e maltrattamenti per aver costretto la moglie cinquantenne invalida e la figlia a prostituirsi. Ai domiciliari è finito anche il figlio della coppia, accusato di maltrattamenti.

Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza Mario Spagnuolo che ha coordinato l'attività investigativa ha sottolineato che "i servizi sociali, le associazioni non hanno espletato i loro compiti in questa vicenda che di umano non ha nulla. La comunità cosentina deve sapere cosa succede in città, all'ombra della movida". "Un dramma di periferia - ha spiegato il procuratore Spagnuolo - un campionario degli orrori spaventoso, che va al di là dell'immaginazione. Gli aguzzini di madre e figlia erano i propri congiunti che vendevano il loro corpo a cifre risibili: dai 2 euro ad un massimo di 10 euro. Il tutto in una spirale di violenza inaudita. Venivano picchiate con ferocia anche se chiedevano di riposare o fumare una sigaretta".

Madre e figlia costrette a prostituirsi per pochi euro

Madre e figlia, una ragazza di vent'anni, venivano costrette con pestaggi e minacce a prostituirsi in luoghi aperti al pubblico quali i parcheggi della stazione di Vagliolise o l'area verde che si trova al di sotto del ponte di Calatrava. "Ad assistere alle prestazioni sessuali spesso era anche il marito che adescava i clienti in un bar proponendo loro sesso a basso costo da consumare con la moglie o la giovane figlia", ha detto il gip Antonio Tridico durante la conferenza stampa di questa mattina.

Il 27enne finito ai domiciliari presso l'abitazione della fidanzata, dicono gli inquirenti, aveva lo stesso atteggiamento vessatorio del padre nei confronti della madre e della sorella, che venivano di continuo picchiate, insultate e minacciate. Donne che sembrerebbe avessero perso la consapevolezza della loro condizione per le quali, secondo gli investigatori, il rapporto sessuale era diventato un gesto meccanico e ripetitivo con una percezione della realtà completamente distorta.

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