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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Catania

Muore di parto con i suoi due gemelli: "Nessuna obiezione se la vita della donna è in pericolo"

Dopo le polemiche sul caso di Valentina Milluzzo, la 32enne morta nell'ospedale Cannizzaro di Catania, parla il presidente dell'associazione "Medici cattolici italiani"

"Non può essere invocata l'obiezione di coscienza quando la donna versa in pericolo di vita". E' quanto ha dichiarato Filippo Maria Boscia, presidente dell'Associazione Medici cattolici italiani, parlando del caso di Valentina Milluzzo, la 32enne morta all'ospedale Cannizzaro di Catania per complicazioni in seguito a un aborto.

"In casi del genere, il medico deve irrinunciabilmente fare tutto il possibile per salvare la madre", ha aggiunto. "La nostra associazione - precisa ancora il presidente - è da sempre impegnata a sollecitare i medici a sollevare l'obiezione di coscienza come esercizio di un diritto di valore costituzionale recepito nel codice di deontologia medica". Ecco perché, sottolinea, nel caso di Catania non ci poteva essere alcun margine al ricorso all'obiezione, dal momento che la vita della donna era in pericolo.

Ieri il sostituto procuratore Fabio Saponara, per consentire a tutti i sanitari che hanno avuto in cura la donna nei 17 giorni di ricovero di poter prendere parte all'autopsia che farà chiarezza sulle cause della morte, ha iscritto nel registro degli indagati dodici medici su dodici del reparto di ginecologia dell'ospedale Cannizzaro, tutti tranne il primario. Un atto dovuto.

Per i parenti della donna, incinta di due gemelli nati morti, invece, il medico non sarebbe intervenuto proprio perché obiettore. Il fascicolo è stato aperto dalla procura, come atto dovuto, dopo la denuncia dei familiari della donna che nella loro ricostruzione dei fatti parlano di un medico che si sarebbe rifiutato di estrarre i due feti, quando sono entrati in crisi respiratoria, perché obiettore di coscienza.
 

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