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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Italia

"Mamma sono preoccupato": collaboratore Onu napoletano trovato morto in Colombia

Per la polizia un possibile suicidio ma aveva un biglietto aereo per tornare a Napoli il 20 luglio. Ora i familiari vogliono la verità: negli ultimi giorni avrebbe telefonato a casa per esprimere la propria preoccupazione "per essersi messo in un pasticcio"

Carmine Mario Paciolla, napoletano 33enne collaboratore delle Nazioni Unite in Colombia è stato ritrovato senza vita nella sua casa nel quartiere Villa Ferro della località San Vicente del Caguan, nel dipartimento meridionale colombiano di Caquetà. La comunicazione è arrivata con una telefonata alla famiglia alle 18  di ieri mercoledì 15.

La polizia dipartimentale colombiana ha aperto una inchiesta rilevando ferite ai polsi compatibili con la tesi di un suicidio ma sulla morte del giovane napoletano è un vero e proprio giallo. I media locali stanno fornendo una versione dei fatti molto differente, parlando di "ferite da taglio sul corpo" che farebbero pensare ad un omicidio.

Come spiega Napolitoday, Carmine Mario Paciolla si era laureato in Scienze Politiche cooperando poi per alcune onlus e viaggiando in tutto il mondo. Era partito da Napoli l'ultima volta lo scorso 27 dicembre per portare avanti un progetto  di verifica degli accordi di pace Onu in Colombia in una zona nota negli anni '90 per i falliti negoziati di pace fra le Farc e il governo. Secondo le ultime informazioni pare avesse accompagnato il governatore di Caquetà e il sindaco di San Vicente a dialogare con le comunità rurali del posto.

I genitori del 33enne alla stampa hanno spiegato che era tranquillissimo al momento della partenza, ma che negli ultimi giorni erano "cominciati i tormenti". Carmine sarebbe stato "terrorizzato" per qualcosa che aveva "visto, capito, intuito" nell'ultima settimana. Aveva spiegato ai genitori di aver "parlato chiaro" e che "così si era messo in un pasticcio".
L'ipotesi del suicidio non è accolta dalla famiglie che spiega che come Carmine sarebbe dovuto tornare il 20 luglio: aveva detto ai genitori di essere riuscito a trovare il biglietto aereo.

I familiari vogliono la verità, e da Napoli è già partita la mobilitazione di associazioni, onlus, e movimenti di cittadini. La richiesta unanime è di giustizia, di conoscere che cosa sia davvero accaduto in questi ultimi, tragici sette giorni di vita del ragazzo.

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