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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Italia

Emilio Fede: "Conoscevo Imane Fadil, le volevo bene"

L'ex direttore del Tg4 commenta la vicenda di Imane Fadil morta per un presunto avvelenamento da sostanze radioattive: "Non penso che fosse depositaria di tali segreti da spingere qualcuno a ucciderla"

"Conoscevo Imane Fadil, le volevo bene. Era una brava ragazza con dei problemi economici, la sua famiglia era povera. Un paio di volte le ho pagato il taxi". Così Emilio Fede, intervistato da 'Il Fatto Quotidiano', commenta la vicenda della morte di Imane Fadil, la 34enne modella marocchina, testimone nei processi Ruby che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi, deceduta l'1 marzo scorso dopo un mese di agonia all'ospedale Humanitas di Milano per un 'mix di sostanze radioattive'. "Mi auguro con tutto il cuore che si chiarisca la vicenda".

Su quanto riferito dalla modella in merito alle famose 'cene eleganti' ad Arcore, l'ex direttore del Tg4 taglia corto: "Ma le pare possibile quello che ha raccontato? Recentemente ha pure detto che alle cene si faceva magia nera, ma lasciamo perdere".

Quanto all'ipotesi di avvelenamento, secondo Fede "se fosse vero sarebbe un orrore, un fatto enorme. Francamente, le dico, non ci credo. Non penso che fosse depositaria di tali segreti da spingere qualcuno a ucciderla. Chi ha frequentato di più Arcore è un signore ancora vivo che si chiama Emilio Fede. Io sono stato allontanato da Mediaset in quattro e quattro otto, senza neppure la liquidazione. Se avessero avuto problemi il testimone potevo essere io. E lo sono...", conclude l'ex direttore del Tg4.

Imane Fadil e le cene eleganti ad Arcore

Imane in Tribunale nel 2012, raccontò ciò che aveva visto ad Arcore precisando di non essere stata mai toccata da nessuno, ma di aver partecipato alle cene eleganti dell'ex premier. Aveva dichiarato di aver dato consigli a Silvio Berlusconi su come ricevere Gheddafi in Italia quando il Cavaliere era presidente del Consiglio e su come gestire la squadra del Milan. Diceva sempre che ad Arcore c’era andata perché voleva dimostrare a Silvio Berlusconi di essere in grado di fare la giornalista sportiva televisiva. Ma da quando era stata coinvolta mediaticamente nei vari processi Ruby, Imane non aveva più lavorato né come modella e men che meno come giornalista. E per questo aveva chiesto al tribunale di essere riconosciuta come parte civile.

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