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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Barletta-Andria-Trani

Bracciante morta di fatica nei campi: in carcere gli sfruttatori di Paola

Paola Clemente, 49 anni, è morta il 13 luglio 2015 ad Andria mentre lavorava all'acinellatura dell'uva. Un lavoro massacrante, pagato due euro l'ora. In carcere anche il titolare dell'azienda che trasportava in bus le braccianti e il responsabile dell'agenzia interinale

TRANI - "Andava via di casa alle 2 di notte. Prendeva l'autobus alle 3. Ai campi, ad Andria, da San Giorgio Jonico, arrivava intorno alle 5.30. Noi a casa la rivedevamo non prima delle 3 del pomeriggio, in alcuni casi anche alle 6. Guadagnava 27 euro al giorno. Poco. Ma per noi quei soldi erano importanti, erano soldi sicuri, assolutamente indispensabili. Fin quando è arrivata quella telefonata: Paola si era sentita male, io non sono riuscito nemmeno a salutarla". Era il 13 luglio del 2015 quando Paola Clemente morì a causa di una 'una sindrome coronarica acuta' sotto a un tendone nelle campagna di Andria. Da allora il marito ha iniziato una battaglia per chiedere giustizia. E la giustizia, in queste ore, ha fatto il suo corso.

GLI ARRESTI - Sei persone sono state arrestate in un'operazione congiunta da guardia di finanza e polizia dietro mandato della magistrato della procura di Trani, Alessandro Pesce, con le accuse, a vario titolo, di truffa ai danni dello Stato, illecita intermediazione, sfruttamento del lavoro. In carcere sono finiti, spiega Repubblica, Ciro Grassi, il titolare dell'azienda di trasporti tarantina che portava in pullman le braccianti fino ad Andria, il direttore dell'agenzia Inforgroup di Noicattaro, Pietro Bello,  per la quale la signora lavorava, il ragioniere Giampietro Marinaro e il collega Oronzo Catacchio. Dietro le sbarre anche Maria Lucia Marinaro e la sorella Giovanna (quest'ultima ai domiciliari). La prima è la moglie di Ciro Grassi, indagata per aver fatto risultare giornate fasulle di lavoro nei campi con lo scopo di intascare poi le indennità previdenziali; la seconda, invece, nei campi avrebbe lavorato come 'capo-squadra'.

LE INDAGINI - A smascherare il 'sistema' messo in piedi tra azienda e agenzia interinale sono state carte e documenti trovati nelle abitazioni delle lavoratrici in provincia di Taranto: sarebbero emerse differenze, anche del 30 per cento, tra le indicazioni delle buste paga dell'agenzia interinale che forniva manodopera e le giornate di lavoro effettivamente svolte dalle braccianti. Inoltre il calcolo sulle trattenute avveniva non sulle ore lavorate ma sullo stipendio base.

In pratica le lavoratrice percepivano una paga giornaliera di 28 euro quando, in realtà, avrebbero dovuto intascarne almeno 86, in considerazione della paga base di 45 euro più la trasferta fino ad Andria, superati i 40 chilometri, le ore di straordinario e il notturno.

NESSUNA VISITA MEDICA - Inoltre è emerso che Paola Clemente era stata assunta da un'agenzia interinale senza essere stata sottoposta a alcuna una visita medica. Solo grazie l'autopsia sul cadavere della donna fatto riesumare il 25 agosto nel cimitero di Crispiano, in provincia di Taranto, si è accertato che la donna è morta a causa di una sindrome coronarica acuta: era affetta da ipertensione e da cardiopatia. Lavorava su turni massacranti sotto al sole. E' morta, nel disinteresse dei suoi datori di lavoro, sotto a un tendone.

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