Pino Daniele, la prima verità: morto per insufficienza cardiaca
I primi risultati dell'autopsia non lasciano dubbi: il cantante è morto per insufficienza cardiaca. Il perito della ex moglie di Daniele: "Stabilire se poteva essere soccorso meglio"
ROMA - La prima certezza in una storia, triste, piena di passaggi poco chiari e accuse. Pino Daniele è morto per insufficienza cardiaca. Il primo punto fermo lo ha messo, giovedì pomeriggio, l'autopsia effettuata all'obitorio comunale di Napoli.
I primi risultati non lasciano dubbi: il cantante napoletano morto domenica sera è stato ucciso da quel cuore che per anni lo ha tormentato. I consulenti nominati dalla Procura di Roma hanno evidenziato anche una cardiopatia cronica. L'esame non ha previsto, invece, i test tossicologici ma sono stati svolti accertamenti microscopici e di laboratorio i cui risultati saranno resi noti ai pm romani nelle prossime settimane nell'ambito dell'inchiesta aperta per omicidio colposo sulla morte di Daniele.
L’esame autoptico è stato svolto dai due medici legali Vittorio Fineschi e Giorgio Bolino e dal cardiologo Giuseppe Ambrosio. All’atto istruttorio hanno preso parte anche i periti nominati dalla ex moglie del cantante, Fabiola Sciabarrasi, Luisa Regimenti ed Enrico Marinelli. Gli specialisti hanno verificato che Daniele è stato oggetto di pregressi interventi di rivascolarizzazione miocardica.
Obiettivo dell'autopsia, evidentemente, è chiarire se qualcosa poteva essere fatto per salvare Pino Daniele, che è morto in auto nel disperato tentativo di raggiungere Roma dalla sua casa di Magliana, in Maremma. "L’esame ha evidenziato quello che ci aspettavamo sulla pregressa malattia: una cardiopatia importante ed una condizione di compenso funzionale precaria - ha spiegato Marinelli - Bisogna stabilire che nel momento critico in cui Pino Daniele ha avuto il malessere poteva essere soccorso o meglio o no".