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Giovedì, 25 Aprile 2024
Tragedie

Sotto terra e in fondo al mare: gli "ultimi" muoiono così

Parole di fuoco tra Alfano e l'Unione europea per i fatti di Lampedusa. Erdogan e il governo turco fanno quadrato per cercare di scrollarsi le responsabilità della tragedia della miniera di Soma. Mentre le istituzioni provano a scaricare le responsabilità, gli "ultimi" continuano a morire

Tra le oltre 280 vittime causate dal crollo della miniera di Soma in Turchia c'è anche un minorenne. Kemal Yıldız aveva quindici anni e il suo corpo è stato ritrovato tra quelli in fondo alla miniera. Il ministro delle risorse energetiche Taner Yıldız si è subito affrettato a definire "impossibile" la presenza di lavoratori minorenni e subito gli hanno fatto eco i sindacati dei minatori. Sono così riesplose le proteste per le strade delle città turche mentre il premier Erdogan si affrettava a ricordare, proclamando il lutto nazionale, altre tragedie in altre miniere e in altre epoche. Intanto sul posto continuano le operazioni dei corpi ancora seppelliti: non si possono fare stime precise, non si hanno ancora dati certi su quante persone si trovassero sotto terra al momento del crollo.

Almeno quaranta persone sono morte a causa dell’affondamento di un barcone al largo delle coste orientali libiche qualche giorno fa. Una dinamica non diversa da un'altra tregedia, quella del 3 ottobre 2013. La Libia è il punto di transito dei migranti diretti in Europa, la cui tappa successiva è il nostro Paese. Tripoli ha chiesto maggior sostegno all'Europa e l'Italia ha recentemente fatto lo stesso.

Due tragedie che sembrano, e sono, molto diverse. Ma che hanno un elemento in comune: le centinaia di corpi rimasti sotto terra, sott'acqua, schiacciati sotto il peso di qualcosa che non sappiamo ancora come chiamare. Non è solo razzismo. Non è solo il tragico volto del capitalismo.  L'unico elemento di analisi a nostra disposizione è che sono "gli ultimi" a morire: operai e migranti.

Alla notizia di stamane di un altro barcone di migranti naufragato a un centinaio di miglia dalle coste di Lampedusa (si parla di almeno altrettanti 40 morti) il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha subito dichiarato:
 

“Ci sono tanti morti vicino alla Libia, le nostre navi sono lì a recuperare i corpi e a soccorrere i vivi. L’Europa non ci sta aiutando a soccorrere queste persone, si faccia carico di accogliere i vivi. L’Italia non può diventare la prigione dei rifugiati politici"

Gli ha fatto eco il ministro della Giustizia Andrea Orlando, sottolineando “un deficit di cooperazione” a livello europeo e internazionale. Oggi il guardasigilli ha presentato all’Organizzazione delle Nazioni Unite una proposta di risoluzione contro il traffico di migranti. Sulle dichiarazione del ministro dell'Interno è già polemica con l'Unione Europea. Intanto sulle coste continuano i soccorsi: sul posto stanno prestando soccorso unità navali dell’operazione Mare nostrum e alcuni mercantili. Intanto ... 

... nel 'cimitero chiamato Mediterraneo' secondo le stime di Fortress Europe dal 1988 sono seppellite sott'acqua quasi 20 mila persone. Tutte stime perché il lavoro del blog si basa sui dati raccolti attraverso le notizie degli organi di stampa. Potrebbero tranquillamente essere di più.

... nel 'cimitero chiamato Soma' sono ancora sepolti un numero imprecisato di vittime e non si ha la sicurezza che tutti i corpi possano essere recuperati.

Mentre Erdogan, il suo ministro dell'Energia, il governo di Tripoli, Alfano e Orlando, l'Unione Europea portano avanti un intenso scambio di dichiarazioni rabbiose per decidere pubblicamente chi è il referente politico delle tragedie questi drammi continuano a consumarsi. A morire sotto terra e sotto il mare sono coloro che fuggono dalle guerre dell'Africa subsahariana, dall'instabilità politica dell'Africa del nord e del Medio oriente, dalla fame lavorando come minatori all'età di 15 anni. Insomma gli 'ultimi', che per i 'primi' del mondo sembrano essere 'solo' motivo di polemica e battibecchi.

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