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Giovedì, 25 Aprile 2024
Emergenza morti bianche

Lavoro, la strage senza fine: 21 morti in 6 giorni

Soltanto sabato quattro uomini hanno perso la vita in provincia di Cosenza durante la vendemmia, da domenica altre 17 vittime

Quattro uomini morti durante la vendemmia per le esalazioni provenienti da una vasca piena di mosto: è l’ultima tragedia sul lavoro registrata in Italia, dove le morti bianche sono state 21 in sei giorni. Una strage senza fine, una tragica conta che con il passare dei mesi sale tingendo di rosso il 2021, l’anno diventato quello della ripresa economica.

Sabato a perdere la vita sono stati Santino e Massimo Carnevale, padre e figlio di 70 e 40 anni, e i due fratelli Valerio e Giacomo Scofano, rispettivamente 50 e 70 anni, cognati di Santino Carnevale. A ucciderli le esalazioni tossiche, le stesse inalate da una donna portata con urgenza in ospedale. È successo a Paola, in provincia di Cosenza, ma l’emergenza attraversa l’Italia da Nord a Sud.

Andando in ordine temporale, venerdì pomeriggio è morto Ioan Vlonga, operaio di 40 anni a Opera (Milano) precipitato da dieci metri d’altezza dopo che il tetto di plexiglass di un capannone industriale su cui stava lavorando ha ceduto. Al Albinea, nel Reggiano, Roberto Alessandrini, 56enne operaio edile, è morto dopo essere precipitato da un’impalcatura su cui si trovava per riparare un tetto. A Roddi, in provincia di Cuneo, il 60enne Pierluigi Pesci era alla guida di un trattore nel suo campo di nocciole quando si è ribaltato ed è rimasto schiacciato dal mezzo. Incidente molto simile a quello accaduto a Mosciano Sant’Angelo, in provincia di Teramo, dove a morire è stato il 71enne Gabriele Grosso.

Altre 5 vittime mercoledì: sull'autostrada A14 Bologna-Taranto, nel tratto tra Poggio Imperiale e San Severo (Foggia) in direzione di Bari, Pietro Vittoria, operaio di una ditta incaricata di svolgere alcuni lavori di manutenzione, è stato investito da un tir mentre stava allestendo il cantiere. Sempre nello stesso giorno e sempre in Puglia, a Mesagne (provincia di Brindisi) un muratore di 41 anni, Benito Branca, è morto mentre stava ristrutturando un'abitazione, schiacciato dal crollo di un’impalcatura e di parte del solaio.

A Roma un operaio di 47 anni, Fabrizio Pietropaoli, è precipitato da un'impalcatura di un cantiere edile all'undicesimo piano di un palazzo in viale America, all'Eur: vano ogni tipo di soccorso. A Rifiano (Bolzano), in Val Passiria, Andreas Prossliner, 59 anni, è rimasto schiacciato sotto un trattore che si è rovesciato. Giuseppe Costantino, autotrasportatore di 52 anni, è invece morto a Capaci, nel Palermitano: aveva appena finito di scaricare merci quando è andato sul retro del camion per un controllo e il mezzo pesante l’ha travolto. Anche Fabrizio Dall'Armellina, 58 anni, è morto schiacciato dal suo camion nella frazione di San Sebastiano di Cologna Veneta.

Cinque morti sul lavoro anche martedì: a Pieve Emanuele (Milano), nel campus universitario Humanitas un getto di azoto liquido ha investito due tecnici di un'azienda esterna: Emanuele Zanin, bresciano di 46 anni, e Jagdeep Singh, 42enne di origini indiane, sono morti per ustioni gravissime da congelamento. Massimiliano Malfatti, 54 anni, imprenditore agricolo, è stato ucciso dalle lame di una trebbiatrice a Pontasserchio, nel comune di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. A Nichelino, nell'hinterland torinese, è morto Leonardo Perna, 72 anni, titolare di un'officina meccanica che ha sbattuto violentemente la testa cadendo da una scala. A Loreggia, in provincia di Padova, un imbianchino di 52 anni, Valeriano Bottero, è caduto da un'impalcatura alta cinque metri ed è morto sul colpo. Domenica sono morti Roberto Bovi, 40 anni, colpito da un fulmine mentre riprova un traliccio a Palù (Verona) e Donato Piscopiello, 68 anni, precipitato da una scala mentre lavorava a una villetta a Tricase, nel Leccese.

Morti sul lavoro, l’allarme dei sindacati e il monito di Draghi

Una scia di sangue che colpisce non solo per il numero di vittime, ma anche per la somiglianza tra i diversi incidenti. E che ha suscitato una valanga di reazioni risalendo sino al premier Mario Draghi, che ha chiesto “pene più severe e immediate" dedicando proprio alla piaga delle morti bianche la primissima parte della conferenza sulla Nadef, leggendo nome, cognome ed età delle vittime ed esprimendo "il più sentito cordoglio" da parte sua e del governo.

"La questione delle morti sul lavoro assume sempre più i contorni di una strage che funesta l'ambiente economico e psicologico del Paese”, ha detto Draghi, annunciando un provvedimento che andrà innanzitutto a modificare tempistica e severità delle pene per i responsabili. Il report dell’Inail d’altronde parla chiaro: 772 morti nei primi 8 mesi 2021, tralasciando i contagi covid, 51 in meno rispetto alle 823 registrate nei primi otto mesi del 2020 (-6,2%), ma il confronto tra il 2020 e il 2021 alla luce dei dati provvisori e fortemente influenzati dalla pandemia da Covid-19. E il mese di settembre ha fatto salire tragicamente la conta. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto ai sindacati di istituire “comitati di lavoratori e impresa”, i sindacati a loto volta hanno chiesto misure preventive più concrete e sanzioni più severe, proponendo di bloccare le aziende che non rispettano le più elementari norme di sicurezza e la patente a punti per le aziende. Anche il segretario della Uil, Pierapolo Bombardieri, e quello della Cisl, Luigi Sbarra, hanno invocato più controlli e maggiore coordinamento e interazione tra Governo, Regioni, Asl, Inl, Inail, Inps per creare una banca dati nazionale". 

Maggior vigilanza ha promesso anche Andrea Orlando, ministro del Lavoro, facendo eco a chi ha sottolineato come norme più stringenti siano necessarie, ma altrettanto (se non di più) lo siano i controlli per far sì che vengano rispettate: “Abbiamo potenziato l'Ispettorato nazionale del lavoro, stiamo chiedendo alle Regioni di rafforzare il personale che fa i controlli, ma tutto questo non basta, ci vogliono sanzioni e dalla prossima settimana avremo strumenti in più anche su questo. Ci vogliono anche forme di vigilanza e prevenzione sui luoghi di lavoro, attraverso la collaborazione tra imprenditori e lavoratori, perché spesso l'incidente è il frutto di mancate misure che non sono state assunte nel corso degli anni".

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