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Giovedì, 28 Marzo 2024
Emergenza drammatica

Se il lavoro uccide

Dieci persone hanno perso la vita tra ieri e oggi, mentre il governo ha annunciato un piano nazionale di sicurezza: cosa prevede

La strage sul lavoro continua, con costanza sinistra e spietata. Dieci persone hanno perso la vita tra ieri, martedì 28 settembre, e oggi in diversi incidenti mentre stavano lavorando. I sindacati, a gran voce, hanno chiesto di nuovo più sicurezza. Ma cosa sta facendo il governo? Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha annunciato un piano nazionale di sicurezza: arriverà nelle prossime settimane. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha assicurato provvedimenti immediati e pene più severe. Non si può più aspettare, se il lavoro uccide.

Morti sul lavoro: cosa prevede il piano del governo

Le morti bianche in serie dimostrano l'urgenza di agire. Dopo gli ultimi incidenti mortali, i sindacati sono tornati a chiedere a gran voce più sicurezza, perché "non abbiamo più tempo, non si può più aspettare". Per il leader della Cgil Maurizio Landini "serve una norma che fermi le aziende sino a quando non sono ripristinate le norme di sicurezza. Qualità del lavoro, salute e sicurezza devono diventare una priorità nazionale". Non solo, perché le politiche e le azioni di prevenzione dovrebbero essere considerate un investimento e non un costo.

Lunedì si è tenuto un vertice tra governo e sindacati, alla presenza anche del premier Draghi, con l'obiettivo di porre fine alla strage quotidiana. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha parlato di un piano di sicurezza nazionale sui posti di lavoro che "sarà pronto nelle prossime settimane". "Nel frattempo - ha aggiunto Orlando - assumeremo provvedimenti immediati che anticipano il piano stesso". Il piano del governo si sviluppa lungo tre direttrici:

  • costruzione di una banca dati per raccogliere le violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, presupposto fondamentale anche per qualificare le imprese e guardare alla loro storia dal punto di vista della prevenzione della capacità di contrastare il rischio;
  • definizione di sanzioni più tempestive per chi vìola le norme. Pene più severe, insomma, come ha ribadito oggi il premier Draghi in conferenza stampa da Palazzo Chigi;
  • potenziamento dell'Ispettorato nazionale del lavoro, per ottimizzare il sistema dei controlli e delle multe, e potenziamento delle Asl cercando di responsabilizzare le regioni.

È chiaro che non basta un incontro con le sigle sindacali per debellare una piaga come questa. "Le scelte che stiamo facendo produrranno degli effetti probabilmente in un periodo medio, ma intanto è importante iniziare", ha detto il ministro Orlando. Prima possibile, aggiungiamo noi.

Morti sul lavoro: 10 vittime in poche ore

Anche quella di oggi è una giornata drammatica per le morti bianche in Italia, quattro in una mattinata. Poco prima delle 8, sull'autostrada A14 Bologna-Taranto, nel tratto tra Poggio Imperiale e San Severo (Foggia) in direzione di Bari, c'è stato un incidente e un addetto di una ditta esterna è morto dopo essere stato investito da un mezzo pesante durante la fase di installazione di un cantiere. L'ufficio stampa di Autostrade ha spiegato che il "cantiere era correttamente presegnalato". Si chiamava Pietro Vittoria, aveva 47 anni ed era di Maddaloni in provincia di Caserta.

A Mesagne, in provincia di Brindisi, un muratore di 41 anni, Benito Branca, è morto mentre stava ristrutturando un'abitazione. A quanto si apprende, l'uomo si trovava sul marciapiedi quando sono crollati l'impalcatura, una pensilina e parte di un solaio: le macerie lo hanno schiacciato. E sempre oggi, a Roma, un operaio di 47 anni ha perso la vita precipitando da un'impalcatura di un cantiere edile all'undicesimo piano di un palazzo, in viale America all'Eur. Infortunio mortale sul lavoro anche a Rifiano (Bolzano), in Val Passiria, dove un uomo è rimasto schiacciato sotto un trattore che si è rovesciato. Sul posto, oltre a carabinieri e vigili del fuoco, sono intervenuti un'ambulanza e il medico d'emergenza, ma le manovre di rianimazione non hanno avuto successo.

Ma la scia di sangue sul lavoro, l'ennesima da inizio 2021, è iniziata ieri a Pieve Emanuele (Milano), dove nel campus universitario Humanitas, collegato all'omonimo ospedale, un getto di azoto liquido ha investito due tecnici di un'azienda esterna causando ustioni da congelamento. La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, e ha disposto il sequestro dell'autocisterna con cui stavano effettuando il rifornimento di azoto liquido e del serbatoio-cisterna in cui viene depositato il liquido che è usato nei laboratori dell'università per crioconservare cellule.

Emanuele Zanin, bresciano di 46 anni, e Jagdeep Singh, indiano di 42 (nella foto qui sotto), lavoravano per la Autotrasporti Pé, specializzata in trasporti criogenici e dotata di certificazioni specifiche. I loro corpi, su cui è stata disposta l'autopsia, sono stati trovati a terra in fondo a un locale a cielo aperto, una sorta di incavo che contiene il serbatoio-cisterna, mentre l'autocisterna era a fianco del serbatoio. Una delle ipotesi è che siano stati investiti da una perdita di azoto. Al caso lavorano i carabinieri e il personale dell'Ats di Milano per verificare se ci siano stati errori nella manovra o mancanze strutturali.

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L'imprenditore agricolo decapitato

Martedì sera, un imprenditore agricolo di 54 anni è morto dopo essere stato praticamente decapitato dalle lame di una macchina agricola, una trebbiatrice, a Pontasserchio, nel comune di San Giuliano Terme in provincia di Pisa. Secondo una prima ricostruzione, l'agricoltore Massimiliano Malfatti sarebbe stato risucchiato dalle grosse lame del mezzo agricolo dopo essersi accovacciato per verificare se la macchina avesse avuto un guasto o comunque un altro problema che ne impediva il corretto funzionamento. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per liberare il corpo rimasto intrappolato nel macchinario e i carabinieri per ricostruire la dinamica.

Gli operai morti a Nichelino e Loreggia

Le indagini sono in corso anche su un altro incidente mortale accaduto a Nichelino, nell'hinterland torinese. Il titolare di un'officina meccanica, Leonardo Perna di 72 anni (nella foto in basso), è caduto da una scala alta due metri procurandosi un grave trauma cranico, che gli sarebbe stato fatale. Nella caduta avrebbe sbattuto violentemente la testa. Al momento dell'incidente l'uomo era solo e i primi a dare l'allarme sono stati i dipendenti di una ditta vicina all'officina, accorsi dopo aver sentito dei rumori. All'arrivo dei soccorritori il 72enne era già morto. Lascia la moglie e due figlie.

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Una vittima sul lavoro nelle ultime ore anche a Loreggia, in provincia di Padova: Valeriano Bottero, imbianchino di 52 anni residente a Castelfranco Veneto (Treviso), è caduto da un'impalcatura alta cinque metri ed è deceduto sul colpo. L'uomo era titolare di una ditta di tinteggiatura e stava lavorando a una facciata dell'azienda Lavor Metal, di cui non era dipendente diretto. Anche in questo caso sono in corso gli accertamenti per chiarire la dinamica dell'incidente e verificare eventuali violazioni in tema di sicurezza sul lavoro.

"La stanchezza per i turni massacranti e lo stress"

E sempre ieri è morto Giuseppe Costantino, autotrasportatore di 52 anni. L'uomo aveva finito le operazioni di carico e scarico della merce a Capaci, nel Palermitano, ed era andato nella parte posteriore del suo tir per alcune verifiche. Il mezzo però si sarebbe messo in movimento, travolgendo e uccidendo il 52enne. Ancora da chiarire l'esatta dinamica dell'incidente, ma il sindaco di Capaci, Pietro Puccio, ha fornito questa ricostruzione: "È sceso dal mezzo per controllare forse le ruote ma, per un banale tragico errore umano, dovuto forse alla stanchezza per i turni massacranti e lo stress cui sono spesso sottoposti gli autisti, ha dimenticato di tirare il freno a mano del mezzo - ha detto il primo cittadino -, finendo per esserne stritolato. In questo periodo sono ormai decine gli uomini e le donne, quasi sempre operai, che sono morti sul lavoro, una strage immane che sta a testimoniare quanto ancora molto vi sia da fare in tema di tutela e di sicurezza sul lavoro, cantieri o fabbriche od opifici che siano".

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