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Giovedì, 25 Aprile 2024
OMICIDI

Parla la famiglia Esposito: "Ciro ha riconosciuto De Santis, fu lui a sparare"

Lo zio: "Con lui c'erano altre persone, poteva essere una strage". Amici e parenti chiedono che chi ha sbagliato paghi: "Chi ha gestito l'ordine pubblico deve essere cacciato"

ROMA - Ciro Esposito "è intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio. Ciro è morto per salvare gli altri. E' un eroe civile. Noi chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte. Daniele De Santis non era solo. Vogliamo che vengano individuati e consegnati alla giustizia i suoi complici. Vogliamo che chi, nella gestione dell'ordine pubblico, ha sbagliato paghi". E' quanto ha scritto la famiglia del tifoso napoletano morto al Policlinico Gemelli di Roma, in un comunicato diramato stamattina.

In un`intervista a Servizio Pubblico lo zio di Ciro, Pino Esposito, ha rivelato poi nuovi particolari sugli scontri di Roma del 3 maggio scorso: durante la lunga degenza, vedendo le foto di Daniele De Santis apparse sui giornali, Ciro avrebbe risposto, in un momento di lucidità: "Mi ha sparato lui, mi ha sparato un 'chiattone".

Mio nipote ha riconosciuto, in un momento di lucidità, Daniele De Santis. Ciro gli era andato incontro per bloccarlo. De Santis, ha raccontato mio nipote, buttava bombe carta contro il pullman dei tifosi pieno di donne e bambini. Non si era accorto che De Santis fosse armato: e quello gli ha sparato. Dopo una piccola colluttazione, De Santis è caduto a terra, e ha continuato a sparare, ferendo anche altri ragazzi assieme a Ciro. Poteva essere una strage.

Su una cosa la famiglia Esposito non ha dubbi: Daniele De Santis "non era solo a sparare contro il pullman di tifosi napoletani: con lui c’erano altre persone con i caschi". Parole che avanzano ulteriormente il sospetto che quel giorno, fuori dallo stadio Olimpico, sia stato organizzato un vero e proprio agguato contro i tifosi del Napoli. 

Intanto, come ricostruisce Roma Today, si aggrava la posizione di Daniele De Santis. L'unico indagato per gli spari che hanno colpito il tifoso napoletano dovrebbe vedere oggi cambiato il capo d'accusa: da tentato omicidio a omicidio volontario. Oggi il pm Albamonte dovrebbe formalizzare il nuovo capo d'accusa. 

'Danielino' si trova ricoverato in ospedale. Una struttura non resa nota dagli inquirenti per motivi di sicurezza. Nelle prossime ore, sempre per motivi di sicurezza, potrebbe essere deciso l'allontanamento da Roma di De Santis. Per lui il magistrato di sorveglianza sta valutando il trasferimento in una struttura carceraria che abbia un reparto ospedaliero. Un reparto che potrebbe trovarsi anche fuori Roma. Una decisione anche a tutela della inchiesta su quanto avvenuto a Roma prima della partita di finale di Coppa Italia.

Sul fronte dell'ordine pubblico, ora, il timore è che da Napoli possano partire delle vere e proprie spedizioni. Gli esponenti del tifo organizzato però  cercano di allontanare lo spettro di altre violenze e respingono l'ipotesi che esistano intenzioni vendicative nei confronti degli avversari giallorossi. "A nome di tutta la famiglia dico a tutti basta violenza", ha detto Vincenzo Esposito, zio di Ciro

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