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Giovedì, 25 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Gino Strada: il coraggio del dire e la concretezza del fare

Gino Strada, morto oggi a 73 anni, non era un uomo di molte parole, almeno pubblicamente. Parlava il minimo indispensabile. Lo definiva "schivo" anche la figlia Cecilia, che ha appreso della morte del padre mentre era impegnata a soccorrere migranti sulla rotta del Mediterraneo Centrale. Gino Strada aveva imparato, nel corso del tempo, a promuovere anche sui media la causa di Emergency, ma il suo posto, dove si sentiva a casa, era in prima linea, negli ospedali che la "sua" organizzazione aveva costruito in 19 paesi del mondo.

Strada era un uomo "del fare". Fare del bene, disinteressatamente, laicamente, senza mai un filo di retorica o autocompiacimento. Quando, ed è successo spesso, anche nelle ultime settimane e mesi, si ipotizzava un suo qualche impegno in politica, non nascondeva mai un certo fastidio malcelato. Il suo lavoro era un altro, e a farlo era il migliore. Un chirurgo di guerra, "war surgeon", come recitano le prime parole della sua bio su Twitter. "Questo mestiere mi piace, anzi non riesco a immaginarne un altro che possa piacermi di più", era solito spiegare. Non si definiva "pacifista". Lui era contro la guerra "perché la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire. E non mi piace la parola 'utopia'; preferisco parlare di 'progetto non ancora realizzato'". "I pazienti vengono sempre prima di tutto", era l'altro suo motto. Emergency oggi ricorda il suo fondatore con poche commosse e semplici parole, citando "il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino. E a conoscerlo meglio si vedeva che sapeva sognare, divertirsi, inventare mille cose. Non riusciamo a pensare di stare senza di lui, la sua sola presenza bastava a farci sentire tutti più forti e meno soli, anche se era lontano. Tra i suoi ultimi pensieri, c’è stato l’Afghanistan, ieri. È morto felice". 

Emergency fu fondata 27 anni fa per portare cure e assistenza medica in quelle parti di mondo dove disuguaglianze, conflitti, discriminazioni ne rendevano, e rendono ancora oggi impossibile, l’accesso. Retorica, poca. Amore, tanto. Passione per il proprio lavoro, infinita. Coniugare il coraggio del dire con la concretezza del fare è roba per pochi. Per lui era la quotidianità, e lo faceva nei teatri di guerra più feroci. "Ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi", diceva spesso. Un messaggio potente e universale. Grazie, Gino Strada: non c'è bisogno di aggiungere troppe parole, a volte.

È morto Gino Strada: una vita per le vite distrutte dalle guerre

  

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