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Venerdì, 31 Marzo 2023
Cronaca Reggio Calabria

Accendono un fuoco per riscaldarsi dal freddo: giovane muore carbonizzato

Un fuoco acceso in una baracca ha scatenato un incendio che ha ucciso un migrante proveniente dal Gambia. Il dramma nella tendopoli di San Ferdinando, Gioia Tauro

I soccorsi sono stati vani: per il giovane Suruwa Jaithe, di 18 anni, non c'è stato nulla da fare. Un fuoco acceso in una baracca ha scatenato un incendio che ha ucciso un migrante proveniente dal Gambia. Il dramma nella tendopoli di San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro, dove vivono centinaia di extracomunitari. 

Il fuoco ha distrutto due baracche e si sarebbe sviluppato proprio in una di queste, probabilmente per un fuoco acceso all'interno della fatiscente abitazione per riscaldarsi dal freddo della notte di dicembre. La vittima, di cui non è stata ancora resa nota l'identità, è morta carbonizzata.

L'incendio è stato spento dai vigili del fuoco, sul posto sono intervenuti carabinieri, polizia e guardia di finanza. Il rogo non è il primo che divampa nella tendopoli. Quasi due anni fa, il 27 gennaio 2017, un incendio, molto più vasto ed in quel caso doloso, distrusse circa 200 baracche e provocò la morte di una 26enne nigeriana, Becky Moses.

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"Morte assurda ed evitabile"

"Ancora un morto a San Ferdinando in un incendio, un ragazzo giovanissimo venuto qui per lavorare, come era già successo un anno fa. Ancora una morte assurda e che poteva essere evitata. A San Ferdinando, come in altri luoghi, la situazione alloggiativa va risolta. E comunque in attesa di soluzioni più strutturate, i lavoratori che sono nella tendopoli, ormai trasformata in un indistinto campo di baracche, per il picco della stagione di raccolta di agrumi e kiwi vanno messi in condizioni di sicurezza minima". Lo dichiara Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil Nazionale.

"C'è bisogno del senso di responsabilità di tutti, ci sono migliaia di lavoratori ammassati in questi ghetti, luoghi dove mancano i servizi essenziali, acqua, bagni, un po' di riscaldamento. A San Ferdinando sono tre anni che siamo in attesa dei moduli abitativi e invece nulla, mentre la tendopoli diventa ogni giorno di più un girone dantesco. Altro che Decreto sicurezza, che rende solo irregolare chi fino a ieri non lo era e quindi rende più insicuri tutti, qui servono misure serie per accoglienza e le soluzioni ci sarebbero. Utilizzo di tanti immobili abbandonati, progetti come Riace, per una accoglienza diffusa e quindi integrata. A San Ferdinando non ci sono clandestini o persone pericolose, ma solo persone che vengono a lavorare, spesso sfruttate e sottopagate, e assicurano sulle tavole natalizie imbandite aranci, mandarini e frutti di stagione. Non possiamo seguitare a piangere i morti, le istituzioni -conclude- devono intervenire con responsabilità e umanità".

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