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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Venezia

Sabato il Mose potrebbe salvare Venezia da un'acqua alta davvero straordinaria

Prevista una marea di 130 centimetri per il weekend, esattamente la quota stabilita per l'avvio della "procedura di emergenza" delle paratie mobile che tuttavia devono ancora ultimare i test di collaudo

Sabato 3 ottobre potrebbe essere necessario attivare il sistema Mose per proteggere Venezia da una marea molto sostenuta: per la prima volta le dighe entrerebbero in funzione in una condizione di necessità "reale", arginando la marea e limitando il livello dell'acqua alta in città.

Come riporta Veneziatoday il rischio, sulla base della tendenza rilevata dal centro previsioni maree, è che la mattina di sabato 3 ottobre si verifichi un picco di 130 centimetri, condizione che causerebbe un consistente allagamento della città, con i relativi disagi: per questo il commissario per il Mose sta valutando la possibilità di fare alzare le dighe.

Il provveditorato ai lavori pubblici, mercoledì pomeriggio, ha approvato la procedura di emergenza per il sollevamento del sistema di dighe mobili. "In questa, che resta la fase dei test funzionali - ha detto all'Ansa il provveditore Cinzia Zincone - è stato confermato che le barriere potranno essere alzate dalla misura di 130 centimetri sul medio mare". La decisione di alzare le paratoie spetta al commissario straordinario, Elisabetta Spitz, e allo stesso provveditore.

Ci sarà tempo fino al limite delle 6 ore dall'evento: tanto impiegano le paratie mobili a "chiudere" le bocche di porto isolando la laguna dal mare. Molto, quindi, dipenderà dalle prossime previsioni, che potrebbero confermare o meno la tendenza ipotizzata per sabato.

bollettino maree venezia-2

La possibilità di alzare le barriere è stata confermata oggi dal comitato tecnico amministrativo del provveditorato, che ha approvato il documento relativo alla procedura di attivazione. Di fatto è una corsa contro il tempo, nata da una congiuntura sfortunata che sta costringendo a prendere delle decisioni proprio in queste ore. Da notare che il Mose non funziona solo con un sollevamento totale e si potrebbe decidere, ad esempio, che ci sono le condizioni per fare un test parziale.

Il cronoprogramma prevedeva tempi più distesi: oggi l'approvazione, l'11 ottobre un'altra prova generale anche per testare il coordinamento tra i vari enti con relativi avvisi e comunicazioni. Altri test di sollevamento completo, con tutte le 78 paratoie delle quattro barriere alzate in contemporanea, erano stati effettuati il 10 luglio (il primo in assoluto, alla presenza del presidente Conte), poi il 7 agosto e l'11 settembre. Le previsioni "certe" per i prossimi giorni, intanto, annunciano un picco di marea sostenuta (105 centimetri) alle 11.50 di venerdì. 

Venezia, come funziona il Mose che isola la laguna dal mare

Un'opera imponente tanto attesa quanto criticata. La storia del Modulo Sperimentale Elettromeccanico (questo il significato dell'acronimo Mose) inzia con la prima Legge Speciale per Venezia, varata nel 1973, e che dichiarava la salvaguardia di Venezia e della sua laguna "problema prominente di interesse nazionale" dopo la disastrosa alluvione del 1966, quando l'acqua alta a Venezia raggiunse il picco record di 194 centimetri (sette in più rispetto ai 187 toccati nella tragica serata del 12 novembre): quella e altri provvedimenti successivi hanno definito obiettivi e procedure necessari per realizzare questa difesa.

La nascita ufficiale del Mose rientra nell'ambito della seconda Legge Speciale per Venezia del 1984: un sistema di 78 dighe mobili divise in quattro schiere installate nelle tre bocche di porto lagunari di Lido, Malamocco e Chioggia (ossia i varchi che collegano la laguna con il mare aperto) pensate per entrare in funzione con l'acqua alta superiore a 110 centimetri, sbarrando le bocche di porto: in condizioni normali di marea, le paratoie restano "invisibili" adagiate all'interno degli alloggiamenti, piene d'acqua, per venire puoi svuotate e sollevate quando è prevista l'alta marea, emergendo fino a bloccare la marea in entrata nella laguna. All'Arsenale di Venezia si trova la sala di controllo del Mose, operativa già dal 2011 e che svolge attività di raccolta dati sulle previsioni meteo-marine, elaborando le previsioni di acqua alta e simulando il comportamento delle paratoie. Esiste già il cosiddetto "babyMose", un sistema più piccolo già operativo a difesa dell'abitato di Chioggia con due paratoie alle estremità del canale che attraversa la città.

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Fin dalla sua nascita, l'opera è stata al centro di numerose controversie, soprattutto da parte degli ambientalisti, ma anche per quanto riguarda la questione dei costi di realizzazione, gestione e manutenzione da parte dello Stato. Nel corso degli anni sono stati presentati anche diversi progetti alternativi.

I lavori per il Mose sono partiti ufficialmente nel 2003 – dopo anni di valutazioni sull'impatto ambientale, analisi e ricorsi – ad opera del Consorzio Venezia Nuova, concessionario per la costruzione dell'opera che opera per conto del Magistrato delle Acqua di Venezia, un'emanazione del ministero delle Infrastrutture. Tra il 2013 e il 2014 una serie di inchieste della magistratura per corruzione e reati fiscali hanno visto coinvolti politici e funzionari pubblici per reati fiscali e corruzione e il Consorzio Venezia Nuova è stato commissariato dallo Stato, per permettere la continuazione dei lavori, la cui ultimazione era prevista per il 2016. 

In un'audizione alla Camera il 26 luglio 2018, l'amministratore straordinario del Cnv, l'ingegnere Francesco Ossola, aveva parlato di opere completata "per una percentuale del 93 per cento". Il sollevamento completo delle paratoie alla borca di porto di Malamocco, previsto per lo scorso 4 novembre, è stato rinviato perché "sarebbero emersi problemi tecnici a impedirne il compimento, qualche giorno fa, durante le movimentazioni delle barriere", come spiegava VeneziaToday a fine ottobre, riportando la decisione di spostare la prova a data da destinarsi "in attesa di compiere indagini tecniche ed eventuali interventi". La consegna definitiva del Mose sarebbe prevista per il 31 dicembre 2021, stando al bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova.

La realizzazione del Mose è costata finora 5.493 milioni di euro, assegnati per tranche in 15 anni, dal 2003 al 2018, ricorda il quotidiano online del gruppo Citynews, a cui si sommano altri finanziamenti, programmati dal governo per la conclusione dei lavori, che ammontano a 221 milioni di euro, a partire dal 2017 e fino al 2024. 

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