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Giovedì, 25 Aprile 2024
CRONACA

Strage in tribunale, affari in nero e soldi: così è nata la rabbia del killer

A legare vittime e carnefice della strage del tribunale è la società edilizia Magenta S.r.l: un'azienda fallita nel 2008 dopo uno strano giro di soldi in nero. Ecco i perché della vendetta del killer

ROMA - Non una rabbia cieca. Non una follia senza obiettivo né movente. Ma, almeno così sembra dai pochi punti in comune che hanno le sue vittime, un piano premeditato: un’azione quasi studiata, cercata. Perché Claudio Giardiello, il killer del tribunale di Milano, nell’aula al terzo piano del Palazzo di Giustizia c’è arrivato con una pistola. E’ entrato da un ingresso “secondario”, riservato a magistrati, avvocati: personale, insomma, autorizzato ad eludere i controlli con il metal detector, che evidentemente avrebbe segnalato la presenza dell’arma. 

Poi, al momento giusto per lui, Giardiello l’arma la estrae e fa fuoco. I primi due a cadere sotto i suoi colpi sono Giorgio Erba, sessant’anni, morto poco dopo al policlinico di Milano, e Davide Limongelli, quarant’anni, ancora in condizioni gravi. Quindi, è il turno di Lorenzo Alberto Claris Appiani, l’avvocato trentasettenne che ha appena rimesso il suo mandato e viene ucciso a bruciapelo. 

Per concludere il progetto vendicativo, a Giardiello mancano solo due nomi, due vittime. Sulle scale tra il terzo e il secondo piano incontra Stefano Verna, commercialista di cinquant’anni. Il killer spara due colpi: lo ferisce, ma non lo uccide. “Va a segno”, invece, con il giudice settantenne Fernando Ciampi, che muore nel suo studio, freddato da due colpi di pistola. 

Sparatoria in tribunale a Milano

A quel punto il piano è concluso, anche se non fino in fondo perché i carabinieri lo arrestano a Vimercate mentre, dopo essere fuggito dal tribunale, sta andando nella bergamasca ad uccidere Massimo D’Anzuoni, imprenditore edile. La vendetta, per Claudio Giardiello, è servita: il debito è estinto. Perché, nella mente dell’assassino del tribunale, tutte le vittime avevano un debito con lui. L’unica cosa a legare insieme tante vite distanti e diverse è l’azienda edile Magenta S.r.l.: l’impresa di costruzione attorno alla quale ruota tutta la strage. (continua a leggere su MonzaToday)

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