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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Silvia Romano, una mozione nei comuni italiani: "Non cali il silenzio"

Una mozione da presentare in quanti più comuni possibile, per tenere vive l'attenzione e la speranza sulla vicenda della giovane volontaria milanese rapita in Kenya lo scorso autunno: da quasi quattro mesi di lei non si hanno più notizie. Su Twitter resiste l'hashtag #SilviaLibera

Una mozione per Silvia Romano da presentare in quanti più comuni possibile. Per tenere vive l'attenzione e la speranza sulla vicenda della giovane volontaria milanese rapita in Kenya lo scorso autunno: da quasi quattro mesi di lei non si hanno più notizie. Ma, pur con tutto il doveroso riserbo che circonda le indagini, in molti anche nel mondo politico chiedono che il governo riferisca quanto prima circa la situazione di Silvia Romano.

Il tempo passa, e della giovane italiana non c'è ancora nessuna traccia. Non si ha certezza di chi l’abbia rapita il 20 novembre 2018, se si trovi ancora in Kenya, se i rapitori siano criminali comuni o se facciano riferimento a qualche organizzazione armata che agisce fra Kenya e Somalia, se il muro di omertà dei contadini e pastori della zona verrà abbattuto e si riuscirà finalmente a far luce. Solo il Comune di Milano di cui è cittadina, alcune Acli e associazioni anch’esse coinvolte nella cooperazione e attività di volontariato in Africa le hanno dedicato dei "totem", ma ora il caso di Silvia Romano rischia di cadere nel dimenticatoio.

Silvia Romano rapita in Kenya il 20 novembre 2018

Era il 20 novembre 2018 quando Silvia Romano venne rapita in Kenya. La giovane milanese, 23 anni, era andata in Africa come volontaria dell'associazione Africa Milele Onlus, una piccola organizzazione: era alla sua seconda missione. Subito dopo il sequestro, alcuni inquirenti parlavano di possibili svolte dietro l'angolo, ma così non è stato. 

A inizio anno il procuratore di Nairobi, Noordin Haji, incontrando una delegazione italiana aveva manifestato l’intenzione di "procedere in maniera più decisa". Non è dato sapere se ciò sia avvenuto. La famiglia chiede ragionevolmente riserbo, e quindi per Silvia non sono state organizzate manifestazioni per chiederne la liberazione, come accaduto in passato per casi simili, ad esempio Simona Pari e Simona Torretta, cooperanti a Baghdad per l’associazione “Un ponte per…” e rapite il 7 settembre 2004 e liberate 20 giorni dopo; o Rossella Urru, cooperante rapita nel 2011 in un campo profughi saharawi in Algeria la cui prigionia durò 270 giorni; o ancora Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, due cooperanti italiane, rapite in Siria nell’agosto 2014 e liberate a gennaio 2015. 

Silvia Romano, tre mesi dal sequestro e nessuna certezza: è calato il silenzio

Chiede il silenzio e il riserbo anche il ministero degli Esteri. La strategia finora non ha portato alla liberazione di Silvia Romano. 

I dubbi sono numerosi: è stato chiesto un riscatto? Si sta trattando per la liberazione? Silvia Romano è ancora in Kenya? I sequestratori sarebbero, secondo quanto scritto sin dai primi giorni, appartanenti a una banda di criminali comuni non affiliati a gruppi terroristici, come temuto inizialmente a causa della presenza dell’organizzazione somala al Shaabab in Kenya.

L'area dove Silvia sarebbe stata nascosta, estesa per circa 40 mila chilometri quadrati della valle del fiume Tana, è abitata da pastori e contadini: le relazioni tra la polizia e i clan familiari non hanno portato le svolte sperate, non si è rotto nemmeno per un istante il "muro del silenzio". Le stesse autorità appaiono in stallo in quella intricata rete di capi villaggi e delinquenti locali. 

Il fatto che non ci sono rivendicazioni di gruppi armati, ribelli o terroristi rende ancora più oscura la vicenda. Non ci sarebbero, infatti, soggetti chiari con i quali poter trattare la sua liberazione. "Per la prima volta, da quando sono cominciati i rapimenti in Africa una trentina d’anni fa, non trapela una parola, un dettaglio" scrive Massimo A. Alberizzi sul Fatto Quotidiano. L'ultimo bollettino delle autorità keniane risale al 21 gennaio quando si sono limitate ad affermare che Silvia si troverebbe ancora in Kenya.

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Una mozione per chiedere la liberazione di Silvia Romano

Silvia Romano non è l'unica cittadina italiana privata della libertà in Africa. Il missionario Luigi Maccalli è stato rapito in Niger 5 mesi fa. Luca Tacchetto e la sua amica canadese Edith Blais sono scomparsi in Burkina Faso 3 mesi fa. Ma sui nostri connazionali rapiti in Africa sembra essere calato il silenzio.

Fra i pochi che cercano di rompere il muro del silenzio troviamo Giuseppe Civati che, quotidianamente, senza polemiche nei confronti di nessuno, dedica un tweet alla volontaria. Fra gli altri, negli ultimi giorni, l’hanno ricordata anche Claudio Marchisio ed Ermal Meta. Su Twitter ancora resiste l’hashtag #SilviaLibera. Proprio da questa speranza nasce la mozione di Possibile,  da presentare in quanti più comuni italiani possibile. "Servirà a smuovere qualcosa, qualcuno, forse a far tornare un po’ di quell’attenzione che il tempo tende a diluire fino a cancellare del tutto. Aiutateci a ricordarla, fate sentire forte l’appello per vedere davvero #SilviaLibera" scrive Stefano Artusi su Possibile.com.

"Padre Dall'Oglio è vivo nelle mani dell'Isis": l'indiscrezione sul gesuita rapito a Raqqa nel 2013 

Il testo della mozione

MOZIONE PER LA LIBERAZIONE DI SILVIA ROMANO

PREMESSO CHE

Il 20 novembre scorso è stata rapita in Kenya la cooperante milanese Silvia Costanza Romano, la 23enne era alla sua seconda missione in Africa con l’associazione Africa Milele Onlus per la quale seguiva progetti educativi a favore dei bambini; Tutti i progetti gestiti dalle Ong e dalle associazioni sono monitorati da staff competenti e creano lavoro ed opportunità per i giovani locali ma anche per i nostri giovani; Non si tratta dell’unica italiana privata della libertà in Africa, cinque mesi fa è stato rapito il missionario Luigi Maccalli in Niger e appena tre mesi fa sono scomparsi in Burkina Faso il veneto Luca Tacchetto insieme alla compagna canadese Edith Blais. 

CONSIDERATO CHE

Mentre nei primissimi giorni gli stessi inquirenti parlavano di possibili svolte delle indagini dietro l’angolo. A quasi quattro mesi dal rapimento ancora non si sa nulla di Silvia Romano;
La famiglia ha chiesto da subito riserbo e, conseguentemente, per Silvia non sono state organizzate manifestazioni per chiederne la liberazione; Neanche il silenzio e riserbo chiesti dal ministero degli Esteri finora hanno portato alla sua liberazione. 

RICORDATO CHE

In gennaio Noordin Haji, il procuratore di Nairobi, aveva manifestato, a una delegazione italiana, l’intenzione di “procedere in maniera più decisa”. Anche se alla luce dei risultati investigativi non è dato sapere se ciò sia avvenuto; Non essendoci stata alcuna rivendicazione da parte dei gruppi armati la sua liberazione diventa ancora più difficoltosa. Nonostante Silvia stia rischiando la vita, attorno al suo rapimento (come spesso accade per le cooperanti) si è scatenato un acceso dibattito condito dalle offese e dalla denigrazione sulla stampa e sui social da parte dei soliti leoni da tastiera che si fanno scudo con lo slogan ‘aiutiamoli a casa loro’ salvo poi dileggiare chi lo fa sul serio.

Il consiglio comunale

ESPRIME solidarietà, sostegno e vicinanza alla famiglia e alla sua organizzazione in questo momento difficile;

CHIEDE all’Amministrazione comunale di impegnarsi a collaborare con gli enti preposti affichè il Governo Italiano riferisca quanto prima circa la situazione di Silvia Romano;

CHIEDE all’Amministrazione comunale di predisporre un totem con la sua foto all’ingresso del municipio perché non venga dimenticata;

CHIEDE all’Amministrazione comunale di inviare questa mozione al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio dei Ministri affinchè, sensibilizzati, possano assumere ogni iniziativa di competenza utile affinchè si pervenga alla liberazione di Silvia Romano;

CHIEDE al Governo Italiano di impegnarsi a promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune – con particolare riferimento all’Unione Europea oltrechè al Kenya – affinchè si attivino per la liberazione di Silvia.

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