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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La sentenza

Processo Mps, ribaltata la sentenza di primo grado: tutti assolti

Il procedimento era nato per presunte irregolarità in operazioni finanziarie che sarebbero servite a occultare delle perdite. Revocate le confische agli enti per un totale di circa 150 milioni di euro

I giudici della corte d'appello di Milano hanno ribaltato la sentenza di primo grado e assolto gli ex vertici della banca Mps imputati nel processo su presunte irregolarità in operazioni finanziarie che, dal dicembre 2008 al settembre 2012, sarebbero servite a occultare le perdite causate dall'acquisto di Antonveneta, costata circa 10 miliardi di euro nel 2008.

E' stato assolto l'ex presidente Giuseppe Mussari (7 anni e 6 mesi in primo grado), così come l'ex dg Antonio Vigni (7 anni e 3 mesi) e l'ex responsabile area finanza Gianluca Baldassarri (4 anni e 8 mesi). Assolti anche Daniele Pirondini (ex direttore finanziario di Mps), così come i manager e gli ex manager di Deutsche Bank e di Nomura. Deutsche Bank Ag, Deutsche Bank London Branch e Nomura (imputate per la legge 231) sono state assolte e sono state revocate le confische pari a 64 milioni per i tedeschi e 88 milioni per Nomura. La banca senese uscì dal processo con un patteggiamento nel 2016.

Oggetto del processo, nato a Siena, sono state le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico. Operazioni che secondo l'accusa sarebbero state utilizzate per nascondere perdite per oltre 2 miliardi di euro. 

Nella sentenza - i reati ipotizzati nei confronti degli imputati erano a vario titolo, manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all'autorità di vigilanza - la corte ha sottolineato l'intervenuta prescrizione di alcuni capi di imputazione, ma anche l'insussistenza di alcune accuse. Dal dispositivo letto dalla corte (presidente Angela Scalise) emerge come la prescrizione sia intervenuta per i fatti fino all'agosto 2011, mentre il fatto "non sussiste" o "non costituisce reato" per quelli successivi al centro del processo che ha portato all'assoluzione degli ex vertici di Mps ma anche di sei funzionari di Deutsche Bank (tra cui Ivor Scott Dunbar, Michele Faissola e Michele Foresti) ed ex manager di Nomura come Sadeq Sayeed, all'epoca ceo di Nomura International Plc London.

L'inchiesta milanese era nata dopo la decisione della procura di Siena di inviare alcuni atti di indagine nel capoluogo lombardo per competenza territoriale. Nel mirino dei magistrati Mauro Clerici, Stefano Civardi e Giordano Baggio erano finiti i derivati 'Alexandria' e 'Santorini' - il primo sottoscritto con la giapponese Nomura, il secondo con Deutsche Bank - , il prestito ibrido Fresh e la cartolarizzazione immobiliare Chianti Classico (già prescritto in primo grado). Operazioni legate all'acquisizione di Antonveneta ma che, secondo l'accusa, portarono a perdite, che sarebbero state occultate dagli imputati con l'intento di "conseguire per sé e per altri un ingiusto profitto", secondo il capo di imputazione.

Le reazioni

"Questo è il disvelamento di come si esercita il terribile potere di accusa in Italia, dove, per fortuna, esiste ancora un giudice, rintanato a Berlino. L'avvocato Mussari non è più quel che era quando questa vicenda è iniziata, e nessuno gli restituirà nulla. Su questo, forse, dovremmo tutti riflettere". Commentano Tullio Padovani, Fabio Pisillo e Francesco Marenghi, difensori dell'ex presidente di Mps assolto dai giudici della corte d'appello di Milano nell'inchiesta sulla banca senese.  

"La Corte ha emesso una sentenza che riconosce quanto noi difensori di Nomura avevamo sostenuto sin da quando la vicenda era ancora pendente a Siena: cioè che l'operazione compiuta con MPS, nella prospettiva della banca giapponese era stata assolutamente regolare e compiuta nella piena legalità. L'accusa era tecnicamente è fattualmente errata ed ora la Corte ne ha ritenuta giustamente l'insussistenza", dice l'avvocato Guido Alleva che difende Nonura.   

Deutsche bank ha diffuso una nota in cui i vertici dell'istituto di credito dicono di accogliere "con soddisfazione la sentenza di assoluzione emessa quest'oggi dalla corte d'Appello di Milano, che ha riconosciuto la validità delle argomentazioni difensive della banca".

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