rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Carcere

Lasciato morire in ospedale, senza cibo né acqua

Il 28 novembre 2009 Simone La Penna, 32 anni, è morto presso il Pertini di Roma per arresto cardiaco. Era detenuto da circa un anno per possesso di stupefacenti ma da quando era in carcere aveva perso 34kg. Indagati medici e direttori sanitari per omicidio colposo

Non avrebbero informato i giudici sul profilo psichiatrico del paziente e uno dei medici che lo aveva in cura ha dichiarato che l'atto dove si parla dell'anoressia del paziente "era una relazione e non una diagnosi". Ci sono ancora delle ombre sulla morte di Simone La Penna, 32 anni. Soffriva di anoressia nervosa e pesava 49kg, la metà di quando aveva iniziato la detenzione. Era in carcere per possesso di stupefacenti e doveva scontare una pena di 2 anni e 4 mesi. Ma dietro la sua morte solo apparentemente ci sarebbero cause naturali e sembra che potesse essere evitata.

A processo per omicidio colposo, il direttore sanitario del carcere di Regina Coeli Andrea Franceschini e i medici Giuseppe Tizzano e Andrea Silvano che lo avevano in cura dopo il suo trasferimento in ospedale. Come scrive il Tempo "è proprio sulla diagnosi di anoressia e sul mancato supporto psichiatrico al paziente che gira il fulcro del processo".

La Procura di Roma aveva messo sotto inchiesta sette persone, tra medici e infermieri perché secondo gli inquirenti alcuni di loro avrebbero scritto relazioni per il tribunale di Sorveglianza, in cui si definivano le condizioni psico-fisiche del giovane compatibili con il regime carcerario. E poi imperizie ed errori: qualcuno avrebbe sottovalutato il suo stato di salute, lasciandolo morire. Il pm Eugenio Albamonte nella relazione medica scrive che la causa del decesso è stata arresto cardiaco provocato da uno squilibrio elettrolitico. Ma Simone era ricoverato in ospedale al momento della morte e per evitare quell'infarto sarebbe bastata una flebo, perché lo squilibrio elettrolico è causato da disidratazione.

La permanenza in carcere di Simone dura poco meno di 12 mesi: arriva a fine gennaio nel 2009 nel carcere di Viterbo. Qui sta bene, anche se si sa il giovane ha un passato di anoressia. Infatti dopo un mese inizia a perdere peso e questo provoca alcuni squilibri metabolici. Lievi miglioramenti quando viene trasferito in infermeria, ma quando tornava in cella Simone ricominciava a vomitare e dimagrire. A inizio giugno viene trasferito nel reparto medico del carcere di Regina Coeli e qui la sua situazione si aggrava tanto che viene ricoverato presso l'ospedale Sandro Pertini di Roma. E' qui che muore due mesi dopo, per un arresto cardiaco riconducibile alla disidratazione.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lasciato morire in ospedale, senza cibo né acqua

Today è in caricamento