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Venerdì, 19 Aprile 2024
NAPOLI

Sangue a Napoli, tre omicidi in poche ore

Le vittime sono un 42enne esercente freddato mentre apriva il suo bar, un 21enne ucciso da alcuni colpi di pistola e un 18enne vittima della faida tra i clan Amato-Pagano e Magnetti. Al centro, droga, liti e, forse, tragici scambi di persona

Tre omicidi in poche ore a Napoli. L'ultimo in ordine di tempo è il titolare di un bar in largo San Mauro a Casoria, alle porte di Napoli, ucciso la mattina di martedì 26 giugno in un agguato mentre apriva l'esercizio. L'uomo - Andrea Nollino, 42 anni, incensurato - è stato avvicinato da due persone in sella ad una moto che, con volti coperti da caschi e armati di pistola, gli hanno esploso contro tre colpi che lo hanno ucciso all'istante.

Forse non era Andrea Nollino il vero obiettivo dei sicari e, quindi, l'uomo potrebbe essere stato ucciso per sbaglio. Le indagini sono in corso e la dinamica dell'accaduto é da ricostruire ma sembra essere questa, al momento, la pista seguita dagli inquirenti, i carabinieri della compagnia di Casoria.

L'omicidio di Nollino è, come detto, il terzo in poche ore a Napoli. Lunedì sera un ragazzo il 21enne Giuseppe Sannino (già noto alle forze dell'ordine ma sembra non affiliato a clan camorristici) è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco e il suo corpo scaricato da un'auto nei pressi di Villa Betania, ospedale evangelico del quartiere Ponticelli. Nella stessa circostanza il 23enne Mario Noto è stato medicato in ospedale per una ferita da taglio a una natica.

Sottoposto ad interrogatorio, il 23enne avrebbe reso ai carabinieri versioni considerate non attendibili in merito al suo ferimento. Quello che i militari del Nucleo operativo della Compagnia di Poggioreale insieme con i colleghi di Torre del Greco stanno cercando di stabilire è se, come sembra, i due episodi siano collegati e scaturiti da una lite. Tra i due ci potrebbe essere stato un diverbio. I due, infatti, non risulterebbero affiliati ad organizzazioni camorristiche.

Nella notte, il 18enne Marco Riccio (già noto alle forze dell'ordine) è stato ucciso nel quartiere Miano: il ragazzo aveva precedenti per rapina e stupefacenti e, secondo gli investigatori, era vicino al gruppo Magnetti, fazione della Vanella Grassi di via Dante nella zona di Secondigliano. L'agguato, di chiaro stampo camorristico, è stato eseguito in via Cupa Cardone, a poca distanza dalla caserma del Battaglione dei carabinieri. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il 18enne era in strada da solo quando è stato raggiunto dai sicari oppure da un killer solitario.

Una punizione del clan: ci sarebbe questo dietro l'omicidio di Marco Riccio. Secondo quanto accertato dai carabinieri - le indagini sono ancora in corso - Riccio, che aveva precedenti per droga, prima era considerato vicino al clan Amato-Pagano. Poi sarebbe passato con il clan Magnetti del gruppo Vanella Grassi di Secondigliano, che sembra essere tra i più forti nel quartiere per lo spaccio di droga. Da qui l'ipotesi che il 18enne sia stato punito dalla fazione di cui faceva attualmente parte o da quella che ha lasciato.
 

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