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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cutro / Crotone

La strage di migranti poteva essere evitata? Il giallo (ora per ora) dei mancati soccorsi

Il peschereccio era stato avvistato il giorno prima, ma nessuna motovedetta è riuscita a individuarlo. Perché poi non è partita un'operazione di salvataggio massiccia? I morti potrebbero essere un centinaio. L'opposizione chiede a Piantedosi di fare chiarezza sulle drammatiche ore del weekend dopo la prima segnalazione

Sul naufragio di Cutro (64 morti accertati, alla fine saranno forse più di 100) fanno discutere le parole del ministro Piantedosi, che parla di "vocazione alle partenze" e di "disperazione che non giustifica i viaggi a rischio". Polemica politica, feroce. Il giallo oggi è però sui mancati soccorsi: il barcone era stato avvistato il giorno prima, ma nessuna motovedetta è riuscita a individuarlo. Perché poi non è partita un'operazione di salvataggio massiccia? Sono proseguite intanto per tutta la notte le ricerche dei dispersi.

Il giallo dei mancati soccorsi

Non c'è alcuna ipotesi di omissione di soccorso, sia chiaro. Perché gli uomini e le donne che lavorano sulle motovedette di Guardia Costiera e Finanza operano quotidianamente in condizioni difficili, senza risparmiarsi mai. Per loro il soccorso in mare è ragione di vita, lo hanno ribadito sempre in questi anni. La prima domanda a cui non si riesce a dare una risposta è, però, come mai quando il peschereccio è stato localizzato da un aereo di Frontex non sia partita un'allerta circostanziata a tutte le navi in transito. Resta come dato di fatto che un barcone con centinaia di migranti è rimasto "invisibile" per lunghissime ore, arrivando fino a 150 metri da terra per poi spezzarsi. 

Secondo il comunicato della guardia di finanza, il peschereccio era stato avvistato da un velivolo di Frontex la sera prima del naufragio, sabato 25 febbraio, intorno alle 22.30. Per un vero esperto in materia come Sergio Scandura, giornalista di Radio Radicale, sedici ore prima dell'avvistamento di Frontex la centrale operativa della guardia costiera italiana aveva già diramato un allarme, ma senza coordinate esatte. Nella notte erano intervenute due imbarcazioni della guardia di finanza, rientrate a causa del maltempo. Le motovedette classe 300 sono sostanzialmente inaffondabili, ma senza sapere dove cercare, poco possono fare. 

Molti esperti si sono domandati come mai non siano intervenuti i mezzi della guardia costiera. Non è dato saperlo. Sempre secondo Scandura, il comunicato delle fiamme gialle potrebbe far pensare che i naufraghi fossero stati considerati dei "migranti irregolari" e non dei "naufraghi", dunque sarebbe stata decisa un’operazione di polizia, non una vera e propria operazione di salvataggio. Ma siamo nel campo delle ipotesi. Lo spieghiamo meglio: se scatta la segnalazione di un grande barcone che prosegue la navigazione, per una sorta di distorsione istituzionale, a essere attivata può essere, in determinati casi, una procedura di polizia invece che una di soccorso in mare. Questo potrebbe non avere agevolato il lavoro di chi, generosamente, in prima linea, salva vite umane ogni giorno? 

Torniamo a sabato, alla cronologia di quelle ore. L'allarme alle 4.57, quando è ancora notte fonda a fine febbraio. L'Mrcc (Maritime Rescue Coordination Centre) di Roma dirama un generico dispaccio di allerta per una barca in difficoltà. Probabilmente è quel barcone. Un lungo giorno inizia e fino alle 22.30, quando un aereo di Frontex segnala il barcone a 40 miglia dalle coste e dà coordinate precise, non ci sono novità.  Due mezzi della guardia di finanza, una motovedetta da Crotone e un pattugliatore da Taranto, partono ma si ritirano a causa del mare a forza 4.

Le ricerche a terra (non è chiaro con quanti mezzi) non hanno esito alcuno, perché il barcone è in mare. Le disperate chiamate dei migranti ad amici e familiari sono, per almeno 64 persone, gli ultimi minuti in vita. Una chiamata arriva anche ai carabinieri: voci disperate, ma è già tardi. Quel barcone lo vedrà per davvero poco dopo un pescatore a Cutro, prima dell'alba, alle 5 di domenica. Decine di corpi che galleggiano nel buio, e il relitto del caicco a pezzi.

Piantedosi nega ritardi nei soccorsi

Piantedosi in un'intervista al Corriere della Sera oggi ha respinto l'accusa di disumanità arrivata dalle opposizioni: "I nostri sono fatti, e non dichiarazioni ipocrite, con cui intendiamo fare il possibile per fermare le partenze ed evitare altre tragedie". Per quanto riguarda l'accusa di ritardo nei soccorsi, è netto: "Non c`è stato alcun ritardo.Ho presieduto la riunione a Crotone e so che sono stati fatti tutti gli sforzi possibili in condizioni del mare assolutamente proibitive. Per questo voglio ringraziare il personale che, mettendo a rischio la propria vita, interviene quotidianamente per salvare i migranti in difficoltà su barchini alla deriva e che navigano in condizioni di grave pericolo. È estremamente offensivo anche solo adombrare che abbiano derogato agli obblighi e alla innata vocazione".

Chiesta informativa urgente

Il Partito democratico ha chiesto in aula alla Camera una informativa urgente di Piantedosi: "Vorremmo chiedere - ha spiegato la presidente dei deputati democratici Debora Serracchiani prendendo la parola ieri a fine seduta - di poter avere una informativa urgente del ministro Piantedosi sulla vicenda. Veramente, lo dico senza tono polemico ma credo che fare chiarezza sia utile e importante, non soltanto per le tante persone che sono morte, ma credo che lo dobbiamo alla nostra comunità, alla comunità internazionale. E' importante che sia fatta chiarezza, anche perché tutti insieme abbiamo chiesto un maggiore impegno da parte dell'Europa".

"Noi - ha proseguito la capogruppo del Pd - abbiamo posizioni politicamente diverse, abbiamo contestato e continueremo a farlo il decreto approvato la scorsa settimana, il cosiddetto decreto Ong sui flussi migratori. Ma siamo di fronte a una tragedia immensa e crediamo che su questo debba essere fatta la massima chiarezza per capire cosa non abbia funzionato, cosa è successo, affinché non accada più, no accadano queste tragedie sulle nostre coste".

10 domande al ministro dell'Interno

Una interrogazione parlamentare indirizzata al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è stata depositata da tutte le deputate e i deputati del gruppo AVS (Alleanza Verdi e Sinistra) alla Camera. Ne dà notizia in un comunicato Marco Grimaldi, vicepresidente del gruppo e primo firmatario. "Sono tante - spiega - le domande che abbiamo rivolto al Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sulla tragedia di Crotone, precisamente dieci e speriamo di ricevere puntuali risposte". "Abbiamo chiesto - sottolinea Grimaldi - quanto segue".

  1. di rivelare l'esatto orario della prima comunicazione ricevuta dal Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Mrcc) di Roma riguardante l` imbarcazione in pericolo a qualche decina di miglia dalle coste italiane e in zona Sar italiana;
  2. per quale motivo sia stata inviata la Guardia di Finanza, incaricata di law enforcement nell'attività di contrasto all'immigrazione clandestina e non di specifici compiti di ricerca e soccorso attribuiti in genere alla Guardia Costiera;
  3. se, dopo la segnalazione ricevuta da Mrcc di Roma dall'assetto Eagle1 di Frontex, sia stato aperto un evento Sar, come previsto da Piano Sar Nazionale;
  4. quali assetti della Guardia Costiera si trovassero nell'area delle operazioni al momento della segnalazione di Frontex; quali altri assetti aerei Frontex si siano levati in volo per supportare le attività di ricerca e soccorso, dopo la conclusione della missione di pattugliamento aereo con atterraggio a Lamezia dell'aereo Eagle1;
  5. che cosa abbia fatto, in tale circostanza, l'Mrcc, che legalmente, dopo segnalazione ricevuta, aveva responsabilità nel coordinamento dei soccorsi;
  6. se siano state adottate tempestivamente tutte le misure necessarie a soccorrere le persone che erano in pericolo di vita, così come previsto dalla Convenzione di Amburgo e dal Piano Sar Nazionale, con l'allertamento di tutti gli assetti militari e civili presenti in zona, anche in ragione del rapido peggioramento delle condizioni meteomarine;
  7. se sia a conoscenza delle misure adottate dall'Agenzia europea Frontex, presente in zona e fonte della prima segnalazione, per concorrere e coadiuvare le operazioni di soccorso o mettere in campo ogni attività di assistenza utile a impedire il naufragio del natante in distress;
  8. se risulta al Ministro la presenza, sulla rotta della nave, di unità navali militari o mercantili che avrebbero potuto essere coordinate nell'intervento di assistenza o ridosso per mare ostile, come previsto dai protocolli operativi Sar;
  9. se risulta che la capitaneria di porto abbia chiesto a pescatori locali di controllare se una barca di migranti si fosse arenata su spiagge vicine;
  10. se risulta che unità della capitaneria siano uscite con mare a forza 6-7 per effettuare salvataggi e che le condizioni del mare che hanno portato al naufragio fossero di forza 3-4".

Tutte domande finora senza risposta.

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Camera ardente oggi a Crotone aperta a tutti

Proseguono anche oggi, con l'ausilio di due elicotteri, le ricerche dei corpi dei dispersi del naufragio di domenica mattina a Steccato di Cutro. La perlustrazione in mare è invece effettuata dei nuclei sommozzatori.

Oggi sarà aperta al pubblico la camera ardente presso il "Palamilone" di Crotone, dove potranno recarsi quanti vorranno rendere omaggio alle vittime.

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