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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Migranti dalla Turchia, l'avvertimento di Meloni: "La pressione migratoria sarà senza precedenti"

Il naufragio di Cutro costato la vita a 67 persone ha riacceso i riflettori sulle rotte dei migranti, sul ruolo delle Organizzazioni non governative e su quanto Europa e Italia stiano facendo e ancora di più su quanto non viene fatto

L'immagine della termocamera di un aereo FRONTEX di sabato 25 febbraio mostra l'imbarcazione che successivamente è naufragata al largo della costa italiana di Cutro. Almeno 67 persone, tra cui 14 minorenni, sono morte quando la loro barca di legno sovraffollata è andata a sbattere contro le secche a 100 metri dalla costa. Ottanta persone sono sopravvissute, ma si teme che molte altre siano morte poiché i sopravvissuti hanno indicato che la barca aveva trasportato circa 170 persone quando è salpata la scorsa settimana da Izmir, in Turchia.

Quanto successo ha riacceso i riflettori sulle rotte dei migranti, sul ruolo delle Organizzazioni non governative e su quanto Europa e Italia stiano facendo e ancora di più su quanto non viene fatto.

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In particolare fanno discutere le parole con cui il ministro dell'interno Piantedosi ha addossato le colpe del naufragio ai migranti che si sarebbero spinti in mare a loro rischio e pericolo. Così le opposizioni ne chiedono le dimissioni: dalla neo segretaria del Pd Elly Schlein al leader del Terzo Polo Carlo Calenda, passando per Verdi e Sinistra, + Europa e Movimento 5 Stelle, è un fronte compatto quello che chiede il passo indietro del titolare dell'Interno.

Schlein all'attacco: chiede dimissioni di Piantedosi dopo "dichiarazioni indegne"

In attesa di fare chiarezza sulle responsabilità del ministero dell'Interno, dell'Economia (a cui fa capo la guardia di Finanza) e del ministero dei Trasporti (per quello che riguarda la Guardia Costiera). Insomma, la segretaria dem vuole chiarezza su tutta la catena di comando dietro a quanto avvenuto nelle acque di Crotone. E chiede che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rompa il silenzio tenuto fino a questo momento: "Rimarco l'assenza grave della voce della presidente del Consiglio Giorgia Meloni". 

Meloni: "In arrivo pressione migratoria senza precedenti"

E Giorgia Meloni in viaggio verso l'India rompe il silenzio con una lettera ai leader dell'Unione Europea in cui si chiede alle autorità comunitarie di trovare il modo "non di annullare la migrazione verso l'Europa, ma di stroncare la tratta illegale di esseri umani, e fare in modo che il fenomeno migratorio sia gestito nel rispetto delle regole e della sicurezza (anzitutto nell'interesse degli stessi migranti), e con numeri tali da consentire l'effettiva integrazione di chi viene in Europa con la legittima aspirazione a una vita migliore". Meloni distingue "l'accoglienza di profughi e rifugiati" dai migranti economici, una confusione che secondo Meloni "va a discapito proprio dei più fragili e bisognosi di aiuto". Meloni chiede "corridoi umanitari legali e sicuri per i profughi che gli Stati europei decidono di accogliere". Era d'altronde il punto focale del piano Mattei con cui il governo intende regolamentare i rapporti di politica estera. E per questo Meloni torna a battere sulla necessità che "le quote di immigrazione legale" siano stabiliti da ogni singolo Stato "secondo necessità preordinate e definite". Il decreto flussi su cui proprio ieri il ministro Lollobrigida è scivolato con una clamorosa affermazione (poi ritrattata) nell'annunciare l'ingresso di mezzo milione di migranti.

Fact check: il grande equivoco di Meloni sull'immigrazione europea

"Sin dalle prossime settimane e per l'intero anno, la pressione migratoria sarà senza precedenti" vaticina Meloni in una lettera che cita i contesti che investono vaste zone del Pianeta. 

Immigrazione, i contesti di crisi-2

La tragedia di Cutro non è un fatto nuovo, ma di certo è nuovo il contesto. La rotta seguita dalla Turchia alla Calabria transita in un tratto di mare dove non ci sono navi di soccorso delle Ong e pertanto non possono essere considerate - loro malgrado - un pull factor. C'è tuttavia un fatto non sfuggito al giudice per le indagini preliminari che ha incarcerato i presunti scafisti responsabili del naufragio.

In quella che è stata per anni una rotta secondaria lungo la Turchia e i Balcani è venuta meno la manovalanza russofona: "L'eco del conflitto ucraino ha spiegato effetti anche sulla forza lavoro dei criminali deputati all'organizzazione degli sbarchi - scrive il giudic che sottolinea come negli ultimi mesi gli aurighi dei natanti siano quasi esclusivamente di nazionalità turca".

"Organizzazioni criminali turche grazie al terremoto che ha sconvolto il paese e la Siria, brindano all'ultima tragedia umanitaria che regalerà ai loro traffici ulteriori miriadi di disperati disposti a tutto pur di mettersi alle spalle un crudele presente a un ancor più fosco futuro". 

Il gip di Crotone Michele Ciociola, nell'ordinanza con la quale dispone il carcere per gli scafisti Fami Fuat, 50enne turco e Khalid Arslan, 25enne pakistano, afferma che le vittime del caicco naufragato a Steccato di Cutro sono stati "vittime di uno stato di necessità non altrimenti fronteggiabile se non mercé disperati viaggi della speranza".

"L'esistenza di strutture per ospitare i migranti prima della partenza, il servizio di trasporto sino ai natanti, la suddivisione dei ruoli, la presenza di canali di pagamento coinvolgenti l'apporto di terzi soggetti, il servizio di assistenza marittima rappresentano indici sintomatici di un solo dato fattuale: l'imperversare di una organizzazione", scrive ancora il giudice che tuttavia nell'ordinanza sottolinea come - oltre alle condizioni del mare e dell'mezzo vetusto utilizzato - sia colpa degli scafisti il non aver chiamato i soccorsi per tempo "per evitare per scappare dalle autorità italiane".

La strage di migranti poteva essere evitata?

Un capitolo a parte riguarda i soccorsi e il buco di 4 ore tra la email con cui Frontex alle 23.03 di sabato sera comunicava l'avvistamento del barcone indicando una "buona galleggiabilità" dell'imbarcazione e la rilevazione di "una chiamata satellitare dall'imbarcazione alla Turchia".

Vittorio Aloi, comandante della Capitaneria di Porto di Crotone, incalzato dai cronisti ribadisce che la responsabilità delle operazioni era in capo alla Guardia di finanza poiché non era arrivata alcuna richiesta di salvataggio. Sarà l'inchiesta della procura a far luce su eventuali responsabilità.

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