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Sabato, 20 Aprile 2024
Operazione Eureka / Reggio Calabria

Gli affari della 'ndrangheta in Europa passano da cocaina e armi da guerra

I carabinieri hanno arrestato 108 persone con 150 perquisizioni in otto Paesi europei. Ricostruiti assetti e interessi delle cosche calabre, che facevano affari nel Vecchio Continente ma anche in Colombia

Una maxi operazione contro le cosche della 'ndrangheta e le loro ramificazioni in Europa è stata messa a segno oggi, 3 maggio, dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria che hanno arrestato 108 persone, di cui 85 in carcere. Eseguito il sequestro preventivo di società commerciali, beni mobili e immobili del valore di circa euro 25 milioni in Italia, Portogallo, Germania e Francia. Con  circa 150 perquisizioni in otto Paesi europei. "Si tratta senza dubbio della più grande operazione mai realizzata contro la mafia calabrese in Europa" secondo i portavoce della procura federale belga.

Gli indagati sono accusati a vario titolo d'associazione mafiosa, concorso esterno e traffico internazionale di droga con l'aggravante di transnazionalità e di ingente quantità, traffico di armi, anche da guerra; riciclaggio, favoreggiamento, trasferimento fraudolento e procurata inosservanza di pena.

L'operazione è stata denominata "Eureka" e ha colpito in particolare le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo. L'inchiesta è collegata ad altre quattro indagini: due in Italia e due all'estero. In contemporanea all’operazione Eureka le autorità giudiziarie belghe e tedesche hanno eseguito rispettivamente 15 e 24 arresti per narcotraffico e riciclaggio. Parallelamente, altre operazioni sono scattate a Genova e Milano. In Liguria gli indagati sono 15 indagati, in Lombardia 38.

La 'ndrangheta in Europa

L’indagine "Eureka" è stata avviata nel giugno 2019, dall'unione di spunti investigativi tra i carabinieri e polizia federale belga che stava investigando su alcuni esponenti della cosca "Nirta" di San Luca attiva a Genk (in Belgio) e dedita, tra l’altro, al narcotraffico internazionale.

Le attività dell'Arma - inizialmente orientate verso la famiglia "Strangio Fracascia" di San Luca riconducibile proprio ai Nirta - si è estesa arrivando a ricostruire gli assetti della 'ndrangheta di Bianco. Si sono così ricostruiti gli affari tra cosche per la cocaina, le armi da guerra, il riciclo dei capitali illeciti nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.

Gli inquirenti hanno poi acquisito informazioni sugli affari di Rocco Morabito, latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca del ministero dell’Interno e arrestato nel maggio 2021, con l'altro latitante Vincenzo Pasquino.

cocaina-7Il container pieno di armi da guerra in cambio di cocaina

Dalle indagini su Morabito, gli inquirenti hanno scoperto che i suoi uomini erano attivi anche nel narcotraffico e nella compravendita di armi. Si ritiene che i suoi uomini abbiano offerto un container di armi da guerra, da approvvigionarsi tramite non meglio identificati soggetti pakistani, a un’organizzazione paramilitare brasiliana che, in cambio, avrebbe spedito ingenti quantità di stupefacente presso il porto di Gioia Tauro.

La 'ndrangheta e gli affari con la cocaina

Nell'ambito dell'operazione Eurka sono stati registrati i contatti tra le cosche più rilevanti del mandamento ionico reggino con esponenti del clan del Golfo, l'organizzazione paramilitare colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale. Documentato il traffico di sei tonnellate di cocaina tra maggio 2020 e gennaio 2022. I carabinieri hanno ricostruito numerosi episodi di importazione della droga che arrivava, via mare, nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon. Ricostruiti anche i flussi di soldi riconducibili alle compravendite dello stupefacente che venivano gestiti da organizzazioni composte da soggetti di nazionalità straniere, specializzati nel pick-up money, o da spalloni che spostavano denaro contante sul territorio europeo. Le movimentazioni hanno interessato Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda. Complessivamente sono circa 22 milioni e 300mila euro le somme spostate con queste modalità. Soldi che in parte sarebbero stati reimpiegati nell'acquisto di auto e beni di lusso, nonché utilizzati per avviare e finanziare attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania, ove venivano anche riciclati sfruttando attività di autolavaggio.

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