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Martedì, 16 Aprile 2024
Operazione "Blu notte" / Reggio Calabria

I boss dirigono i summit in collegamento dal carcere: così la 'ndrangheta si è presa il Nord

Una maxi operazione di carabinieri e guardia di finanza ha svelato equilibri e affari della cosca Bellocco. Arresti dalla Calabria alla Lombardia. Sono emersi anche collegamenti con gli Spada di Ostia

La cosca Bellocco - tra le più potenti realtà della 'ndrangheta - gestiva le proprie attività dalla Calabria alla Lombardia. Distanza geografica e cambi al vertice non hanno impedito alla cosca di dettare legge nel suoi campi d'azione prediletti: dal narcotraffico al taglio e trasporto del legno.  Egemonia che non sembra risentire neppure degli arresti, tanto che il capo riusciva a partecipare ai summit dal carcere: con telefonini fatti recapitare dai parenti riusciva a collegarsi ed esercitare il suo ruolo di leader indiscusso. Tutto questo è emerso dall'indagine "Blu notte" dei carabinieri che oggi, 13 dicembre, ha portato a oltre 70 arresti.

I carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro hanno eseguito 65 ordinanze di custodia - 47 in carcere, 16 agli arresti domiciliari e 2 sottoposti all’obbligo di dimora. Gli indagati rispondono di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Eseguito anche il sequestro preventivo di una ditta attiva nel settore dello sfruttamento delle risorse boschive (taglio, trasporto e trasformazione del legno), utilizzata per agevolare le attività criminali della cosca, il cui valore complessivo è stato stimato in 700.000 euro. Carabinieri e guardia di finanza di Brescia hanno pio eseguito un'ordinanza a carico di altre 13 persone per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e in materia di lavoro (solo per sei indagati). Disposto anche il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie dell’importo di oltre 4 milioni di euro.

L’indagine costituisce esempio di grande collaborazione e coordinamento delle direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria e di Brescia sotto l’egida della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, che hanno consentito alle due Procure, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, di verificare, allo stato degli atti e fatte salve le future valutazioni di merito, i nuovi equilibri della cosca Bellocco e le proiezioni di questa cosca di ‘ndrangheta nel Nord Italia.

Operazione Blu notte

I boss in carcere comandano "da remoto" 

La cosca Bellocco vive soprattutto grazie al narcotraffico, al traffico delle armi, alle estorsioni e al controllo delle attività commerciali e imprenditoriali della Piana di Gioia Tauro. La capacità di controllo ha superato i confini regionali, estendendosi al Nord (Brescia e Bergamo soprattutto) e all'estero.

Per quasi 50 anni la leadership è stata tenuta dal vecchio patriarca Umberto Bellocco noto come "Assi I Mazzi", morto a ottobre. A lui viene ricondotta anche la nascita della Sacra Corona Unita pugliese - fatta risalire alla notte di Natale del 1981 all’interno del carcere di Bari.

Nelle intercettazioni captate dai carabinieri viene registrato il “passaggio di mano” al nipote, oggi 39enne, che porta lo stesso nome. Già condannato in via definitiva nel 2009 per associazione mafiosa anche dal carcere dirigeva gli affari di famiglia.

I carabinieri spiegano che "il detenuto, dal carcere abruzzese, ha potuto partecipare ai summit mafiosi, potendo espletare tutte quelle funzioni che gli sono state riconosciute in ragione del ruolo di capocosca. In tale modo le conversazioni con i soggetti ammessi a confrontarsi con il boss sono state utilizzate come strumento di persuasione, anche nei confronti di altri soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta. Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di accertare, tra le altre cose, anche le responsabilità dei pregiudicati che hanno costituito la filiera necessaria a rifornire il Bellocco dei tre microtelefoni cellulari, delle sim-card e delle relative ricariche, strumenti indispensabili per la direzione 'da remoto' della cosca Bellocco".

In carcere i boss brindano e stringono alleanze

In carcere i boss non solo comandano, ma si concedono anche festeggiamenti per i nuovi affiliati nella  "onorata società".  "Singolare - dicono i carabinieri - è stato il brindisi con il quale un anziano della consorteria, davanti ai nuovi adepti ed agli alti ranghi della cosca, ha voluto esaltare quel momento di vita associativa pronunciando la frase "E'cadda… è fridda… e cala comu nenti, a saluti nostra e di novi componenti". Affiliazioni effettuate con l’avallo di un altro esponente di vertice recluso nel carcere di Saluzzo (Cuneo), il cui benestare è stato concesso attraverso l’utilizzo di altro telefono detenuto in violazione delle norme e di uno degli esponenti della cosca Bellocco riconducibile al ramo dei 'Testazza'. Il tutto nell’ottica di partecipare il concetto unitario di cosca, che implicitamente ha amplificato la forza di intimidazione".

Tra le alleanze maturate in carcere spicca la stretta collaborazione tra gli esponenti della cosca Bellocco e quelli del clan Spada di Ostia, alcuni dei quali destinatari delle misure cautelari. In particolare, "l’accordo stretto tra gli esponenti dei due clan, oltre a scandire le gerarchie criminali all’interno del penitenziario, ha riguardato i traffici di cocaina effettuati dalla Calabria verso il litorale romano e la risoluzione di situazioni conflittuali tra gli Spada e alcuni calabresi titolari di attività commerciali nelle aree urbane di Ostia ed Anzio".

"Altre regioni colonizzate dalla 'ndrangheta"

L'asse con Calabria-Lombardia era garantito da un imprenditore edile e immobiliare. "Si ritiene che abbia fornito un fattivo contributo per la vita dell’associazione", dicono gli inquirenti. Per farlo avrebbe usato "società cartiere per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti compiutamente. 

Gli investigatori parlano di "proiezioni della ‘ndrangheta in regioni diverse dalla Calabria", un "fenomeno di colonizzazione dovuto al trasferimento di affiliati calabresi in altri territori precedentemente immuni da tali manifestazioni criminali, soprattutto in quei territori caratterizzati da un maggiore sviluppo economico e da un più ampio grado di ricchezza generale".

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