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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Firenze

"Giustizia per Niccolò, queste belve devono pagare", l'appello al Governo

In migliaia hanno partecipato alla veglia in ricordi di Niccolò Ciatti, il 22enne fiorentino massacrato di botte in una discoteca di Lloret de Mar. Online la petizione per chiedere al ministro Alfano e al guardasigilli Orlando maggiore impegno

SCANDICCI (Firenze) - Alle 21 il suono delle campane rimbomba in una Scandicci deserta per le vacanze estive. Chi non è partito è qui, alla parrocchia di Gesù Buon Pastore, per pregare per Niccolò, il 22enne fiorentino massacrato a Lloret de Mar in una discoteca da un coetaneo di origine cecena

genitori Cinzia e Luigi e la sorella Sara sono arrivati poco prima delle 21, la madre distrutta dal dolore veniva sorretta dalla figlia e il marito. Sara ha messo una foto del fratello sull’altare della Chiesa. Gli amici, anche i 6 ragazzi che erano con lui sulla Costa Brava, si sono trovati poco prima davanti al piazzale della Chiesa. Tutti vestiti di nero indossavano occhiali specchiati per coprire gli occhi gonfi dalle lacrime. Tanti abbracci tra di loro per sostenere i ragazzi che hanno visto Niccolò spengersi in pochi minuti e poi gli sguardi increduli per quanto avvenuto. Composti e silenziosi sono stati i primi ad entrare nella parrocchia di Gesù Buon Pastore. 

Ilaria invece, l’innamoratissima fidanzata con cui Niccolò aveva in programma di andare a vivere insieme, non è riuscita ad entrare in Chiesa. Disperata è rimasta fuori assieme a suo padre e alcune amiche, per lei il dolore era troppo forte. 

Si respira dolore e tanta rabbia tra le numerose persone che hanno deciso di omaggiare Niccolò in attesa che il suo corpo venga riportato in Italia. “Sono qui perché poteva succedere a tutti, anche a mio nipote- dice un signore -. Non conosco la famiglia ma non si può morire così”.  

"Che ingiustizia è morire così?", ha esordito il parroco don Giovanni Paccosi introducendo il rosario e poi: “Preghiamo per Niccolò ma anche per Luigi, Cinzia, Sara e gli altri familiari”. 

Ancora una volta è stato il padre ad avere la forza di parlare con i giornalisti: “Sono contentissimo per la vicinanza di tutti i miei concittadini stasera e spero che questo serva perché voglio che venga fatta veramente giustizia per mio figlio. Spero che queste belve paghino ma già due di loro non si sa dove sono".      

Il sindaco di Scandicci Sandro Fallani è in contatto con il consolato italiano e il sindaco di Lloret de Mar: “Ringraziamo il governo italiano per l'impegno. Scandicci si prepara ai funerali di Niccolò, siamo pronti, facciamo tutto il possibile per far rientrare il corpo il prima possibile". In un primo momento lo stesso Comune di Scandicci avrebbe voluto costituirsi parte civile nel futuro processo contro Rasul Bisultanov, però il Comune non può essere parte offesa nella vicenda. Sarà invece il Comune di Lloret de Mar, che ha già chiesto la chiusura della discoteca St Trop, a costituirsi parte civile

Rasul Bisultanov, il 24enne di origine cecena residente a Strasburgo che avrebbe sferrato il calcio mortale a Niccolò, è ancora in carcere a Girona dove dice di essersi pentito per il gesto commesso. Gli altri 2 ragazzi che erano con lui, entrambi ceceni, sono stati scarcerati. C’è tanta rabbia tra gli scandiccesi per questa decisione della magistratura spagnola. 

"Spero che vadano in carcere e paghino perché non si può rovinare la vita di un ragazzo di 22 anni per niente - ha detto il padre di Niccolò, Luigi - la rabbia è tanta e pensare di avere un figlio di 22 anni sepolto e che questi che hanno 25 anni tra 10, 15 o 20 anni saranno fuori, vuol dire che non gli sarà stato fatto un gran male. Questo non lo troverei giusto. Dovrebbero essere al posto
di mio figlio
Seguirò il processo e farò tutto quello che posso fare contro questi delinquenti, e contro la discoteca se veramente è responsabile come mi hanno detto, lo farò". 

Intanto online sulla piattaforma change.org è partita una raccolta di firme, che adesso ne conta oltre 50 mila, per chiedere al ministro degli esteri Angelino Alfano e a quello della giustizia Andrea Orlando che il governo supporti la famiglia Ciatti “perché oltre al dolore adesso c'è uno strascico burocratico e di giustizia molto pesante, e loro non devono rimanere soli”. 

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