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Giovedì, 25 Aprile 2024
Samarate / Varese

Nicolò Maja lotta tra la vita e la morte: è l'unico sopravvissuto alla strage familiare

Il giovane, colpito ripetutamente alla testa con un martello, è ricoverato in prognosi riservata all'ospedale di Varese. Il padre Alessandro, invece, è stato trasferito in carcere a Monza

Nicolò Maja sta lottando tra la vita e la morte all'ospedale di Varese. Nicolò è il ragazzo di 23 anni unico sopravvissuto alla furia omicida del padre Alessandro che mercoledì, nella loro casa di via Torino a Samarate (in provincia di Varese), ha ucciso la moglie Stefania Pivetta e la figlia 16enne Giulia. Il giovane - diplomato perito aeronautico con la passione del volo - è stato operato d'urgenza nella giornata di mercoledì e attualmente è ricoverato nel reparto di rianimazione in prognosi riservata. Le sue condizioni restano gravi e non è escluso che abbia riportato danni permanenti la cui entità è ancora da valutare.

Alessandro Maja e le parole scioccanti alla figlia prima della strage

Nicolò, secondo quanto emerso finora dalle indagini, sarebbe stato colpito ripetutamente alla testa con un martello e non è escluso che sia stato ferito anche con l'uso di un trapano. Alessandro Maja, interior designer con uno studio sui Navigli a Milano, invece, è stato dimesso nella mattinata di giovedì dall'ospedale e attualmente si trova nel carcere di Monza, dove si è chiuso nel silenzio dopo il primo colloquio col pubblico ministero, colloquio durante il quale si avvalso della facoltà di non rispondere.

Per lui le accuse sono di duplice omicidio e tentato omicidio. Probabilmente aveva pensato di farla finita, ma si è fermato prima di suicidarsi: i carabinieri hanno trovato ancora infilato nella presa elettrica un trapano che avrebbe usato per bucarsi i polsi e l’addome. In ospedale viene curato per le ferite che si è procurato, non è in pericolo di vita.

Alessandro Maja ha ucciso moglie e figlia a martellate: il movente è un giallo

Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato la furia omicida del 57enne. In base agli accertamenti finora condotti, non risulta che Maja fosse in cura psichiatrica. Con la moglie Stefania Pivetta si era trasferito dal capoluogo a Samarate una ventina d'anni fa. La donna aveva studiato da parrucchiera e vendeva prodotti Herbalife nei mercatini della zona. Secondo i vicini di casa era "una coppia del Mulino Bianco". Nessun problema noto in famiglia. Il movente è al momento un giallo, le indagini sono soltanto all'inizio. Sul caso stanno indagando i carabinieri della compagnia di Busto Arsizio e il nucleo investigativo del comando provinciale di Varese.

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