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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Chiudiamo i manicomi giudiziari, anzi no": così si 'sprecano' 230 milioni

Sarà rinviata la chiusura degli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari come richiesto da un emendamento della Conferenza delle Regioni. Così i fondi pubblici stanziati rimangono bloccati

Non sarebbero pronte le Rems, ovvero le residenze che andrebbero a sostituire i manicomi giudiziari. Strutture con misure di sicurezza detentive ma gestite a livello regionale. Per questo la Conferenza delle Regioni dice di aver bisogno ancora di tre anni per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e ha presentato un emendamento, inserito nel decreto 'milleproroghe' che diventerà legge.

Da mesi una campagna a cui hanno aderito diverse associazioni connesse al tema ne chiede l'immediata chiusura. In effetti alcuni risultati erano arrivati: la data di chiusura delle strutture era stata fissata da una legge per il 31 gennaio 2014, con un affidamento delle nuove strutture in sostituzione alle varie regioni di competenza.

"Rinviare ancora una volta  la chiusura di luoghi 'indegni per un paese civile', come li ha definiti il Presidente Napolitano è grave in sé, ma riteniamo sia intollerabile con una simile motivazione - scrivono in un comunicato Stefano Cecconi e Giovanna del Giudice di StopOPG - il problema non è il ritardo nella costruzione delle Rems, quanto piuttosto che così facendo la chiusura degli attuali OPG determinerebbe solo la 'regionalizzazione' degli stessi. Per di più nelle Rems programmate dalle regioni sono previsti mille posti, più degli attuali internati".

È un fallimento delle istituzioni: il percorso legislativo, iniziato male, è poi finito peggio - ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, attiva da anni nella tutela dei diritti delle persone detenute - la legge di chiusura degli Opg del 2012 oggi subisce un altro rinvio nella sua applicazione. Circa mille persone continueranno a vivere in luoghi terribili. Non avremo le nuove comunità ma aiuteremo chi si occupa del sostegno agli internati in modo non custodiale”

Per questo progetto sono già stati stanziati soldi pubblici: "Per la costruzione delle nuove strutture parliamo di 180 milioni di euro e per le spese correnti invece si parla di 50. C'è stata evidentemente inezia su questa questine e ho il timore che un rivio così procrastinato porti al fatto che non se ne faccia più nulla" spiega Gonnella.

In realtà qualcosa può essere fatto: "Di fronte a questa situazione, visto che l'emendamento diventerà legge, si potrebbe inserire una clausula per bloccare questi finanziamenti già stanziati e investirli in percorsi terapeutici per coloro che in questo momento si trovano negli OPG ma potrebbero essere dimessi. Il tutto coordinandosi con le Asl" continua il presidente di Antigone.

I detenuti che ne potrebbero beneficiare non sono pochi: "Coloro che in questo momento si trovano negli OPG sono circa 900 persone. Invece gli utenti che potrebbero essere dimessi tramite questi percorsi terapeutici sarebbero circa la metà" conclude Gonnella.

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