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Giovedì, 28 Marzo 2024
Sociale

Quattro "no" per fermare il gioco d'azzardo

Il decreto legislativo sull'azzardo arriva in consiglio dei Ministri. Sulla bozza elaborata dal ministero dell'Economia le associazioni "no-slot" prendono parola: "Una riforma disastrosa"

Anche se i consumi delle famiglie in Italia sono diminuiti del 1,5%, nel 2014 sono stati spesi ben 84,5 miliardi in gioco d'azzardo. Non esiste un "giocatore medio" ma il vizio coinvolge tutte le fasce d'età, i sessi e le professioni. Quello dell'azzardo è un "male comune" nella nostra società, che coinvolge migliaia di persone. Si risparmia su alimentari, abbigliamento, sanità, cultura, divertimento ma si continua a fare scommesse, che sono aumentate rispetto all'anno precedente del 11,2%. 

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POCHI GUADAGNI PER LO STATO - Se per colpa della crisi gli italiani tentano di più la fortuna, lo Stato da questo non guadagna quanto si possa pensare: "Si gioca molto di più ma lo Stato incassa meno - spiega il sociologo Maurizio Fiasco, consulente della Consulta nazionale antiusura - Si passa, infatti, da giochi a bassa frequenza e alta remunerazione per l’erario a quelli ad alta frequenza e bassa remunerazione". Stessi soldi, ma più tempo investito nel gioco, il che tende a esporre chi gioca a un maggiore "rischio dipendenza". 

DAL GOVERNO PER DIRE NO - Per queste ragioni le associazioni contro il gioco d'azzardo, riunite in "No-Slot" sono passate all'azione: in occasione dell'arrivo in consiglio dei Ministro del decreto legislativo sull'azzardo (elaborato dal ministero dell'Economia) incontreranno Pier Paolo Baretta, sottosegretario con la delega ai giochi, per discutere della proposta di legge e dell'eventuale riforma del sistema. Le idee sono ben chiare: "Mai come ora è necessario formulare i propri 'no' chiari decisi, là dove il provvedimento si presenta come il tentativo esplicito di mettere in sordina ogni critica che parta dalla società civile, dai movimenti, dagli enti locali" spiegano sul loro sito.

QUATTRO NO - Sono quattro i punti su cui le associazioni saranno intransigenti:

  1.  No a ogni forma di pubblicità diretta o indiretta dell'azzardo
  2.  No alla tassazione di scopo: non si finanzia il sociale con un prelievo diretto sull'azzardo. La tassazione va diretta alla fiscalità generale
  3.  No alla limitazione del potere di Regioni, sindaci, assessori comunali di intervenire per definire distanze da luoghi sensibili o orari di chiusura di sale gioco e simili, in ragione della loro conoscenza del territorio e delle problematiche di ordine pubblico e sociale
  4.  No alle dichiarazioni di principio del tipo "ritireremo 100.000 macchinette". Serve una norma chiara e precisa che indichi modalità, tipologia e tempistica del ritiro.


Simone Feder, psicologo che si occupa di dipendenza e coordinatore di No-Slot, spiega: "E' solo l’inizio di un provvedimento che allontana sempre di più chi governa dal territorio da loro governato, che annulla anni di lotte e impegno sociale di persone, associazioni, movimenti, enti, politici locali che hanno combattuto per trasmettere una cultura diversa". Secondo Feder con la nuova legge tutti i provvedimenti legislativi degli enti locali sul tema vengono vanificati: "I nostri politici spianano la strada a una normalizzazione dell’azzardo che, incontrastato, avrà campo libero per infilarsi sempre più nella quotidianità, protetto dalla legge" continua Feder. Insomma una riforma che per le associazioni è "disastrosa"

UNO SPORTELLO PSICOLOGICO "ANTI-SLOT" - Intanto a Roma è nato uno sportello che offre un servizio personalizzato per sconfiggere il vizio del gioco. Si tratta di "Sos Azzardo": totalmente gratuito, tutti possono rivolgersi e cercare di curare la propria dipendenza, anche in modo anonimo. Psicologi, avvocati, medici ed educatori sono a disposizione per curare la ludopatia, sia quella connessa al web che quella connessa alle slot e alle scommesse sportive. Lo sportello sarà in via della Magliana 160, nel territorio dell'undicesimo municipio. Soddisfatto il presidente, Maurizio Veloccia: “Solo a Roma e provincia, sono attive circa 50mila slot e 718 sale da gioco. Questi dati ci hanno portato a riflette sulla crescente gravità del problema e sulla necessità di offrire il giusto supporto a chi sta vivendo un momento di forte difficoltà, una realtà ancor più importante in un contesto storico di crisi e di precarietà lavorativa ed economica, in cui le persone tendono a rinunciare a servizi e consulenze che potrebbero aiutarli a superare situazioni che mettono a dura prova la propria resistenza personale”. 

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