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Venerdì, 29 Marzo 2024
NoTav

I Notav non sono terroristi, neppure per i giudici

Semplicemente "il fatto non sussiste": inflitte comunque le condanne per danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale. Soddisfatto il movimento: "Lo abbiamo sempre ribadito"

Non hanno mai smesso di rivendicare quel gesto. Lo hanno sempre sottolineato che a sabotare il cantiere della linea ad alta velocità Torino-Lione c'erano: Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio. Ma non soltanto loro quattro, l'intero movimento NoTav rivendicò quel gesto, sottolineando sempre che non era stato terrorismo. D'altronde per provare terrore bisogna essere degli esseri viventi e loro avevano sabotato una macchina.

Sembra che questo sia stato, in qualche modo, anche il parere dei giudici di Torino, visto che adesso "il fatto non sussiste". Il problema è che quell'accusa ha portato a una misura cautelare come il carcere d'isolamento, che ha tenuto i quattro senza contatti con l'esterno, come se fossero dei pericolosi boss mafiosi, per quasi un anno. Il movimento non ha mai fermato la solidarietà e ha cercato in tutti i modi di non far sentire soli i suoi quattro compagni: lettere, dichiarazioni, azioni e manifestazioni in tutta Italiaa cui hanno preso parte anche personalità del mondo della cultura come il collettivo di scrittore Wu Ming e lo scrittore Erri De Luca

IL FATTO (CHE NON SUSSISTE) - Nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2013 il cantiere dell'alta velocità Torino-Lione di Chiomonte viene assaltato e alcuni macchinari sabotati. Per quella notte Claudio Alberto, 24 anni, Niccolò Blasi, 25, Mattia Zanotti, 30 anni e Chiara Zenobi, 42 anni, erano imputati, tra le altre accuse, di terrorismo. Adesso dovranno pagare 5mila euro di multa e scontare tre anni e mezzo di carcere per reati fabbricazione di armi da guerra, danneggiamento seguito da incendio e violenza a pubblico ufficiale. Dovranno risarcire Lione-Torino ferrovie (Ltf), la società italo-francese che si occupa dei lavori al cantiere.

SODDISFAZIONE - I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo avevano chiesto nove anni e mezzo per ogni imputato. Per quello quando in aula è stata letta la sentenza è scattato l'applauso. Claudio, Niccolò, Chiara, Mattia dentro dalla gabbia dell'aula bunker hanno gridato "libertà". Al termine dell'udienza si è formato un presidio fuori organizzato dal movimento valsusino. Soddisfatto anche uno degli avvocati difensori, Claudio Novaro: 
 

E' accaduto quello che avevamo sempre pensato, fin dall'inizio. L'accusa era sproporzionata rispetto ai fatti contestati. Adesso valuteremo se partire con un'istanza di sostituzione della misura cautelare.


LA GIOIA DEL MOVIMENTO, ANCHE SUL WEB - Sul web non solo dalla Val Susa, ma da tutto il paese, con l'hashtag #notav sono partiti messaggi in solidarietà ai quattro del movimento, in vista di questa giornata, come le due azioni nelle stazioni di Vercelli e Roma. Sempre nella capitale, questa mattina da un'aula della sapienza è stato srotolato uno striscione: "Liber*"

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C'è anche chi ha deciso di stappare un vino speciale per l'occasione...

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Anche se la gioia passa presto, come spiegano nel comunicato di Notav.info:

Non si può esultare per una sentenza del genere, con i 4 notav dietro alle sbarre, ma quantomeno per una volta la sentenza non ha dato credito alla vendicativa e persecutoria linea di condotta della procura di Torino, che è bene ricordarlo, nasce nelle viscere dei fantasmi tanto cari all’ex procuratore Giancarlo Caselli, coordinatore della crociata contro i notav. Il ridimensionamento delle accuse è un fatto positivo, perché sgretola il castello imbastito dai pm, già smontato dalla Cassazione, ma riapplicato nel caso di Lucio, Francesco e Graziano. Dopo oltre un anno di dura detenzione, giustificata dal capo d’accusa oggi crollato,li vogliamo tutti liberi!

Soddisfazione anche dal comitato popolare di lotta di Bussoleno, attraverso le parole di Nicoletta Dosio, storica militante NoTav: 

Un'accusa assurda come i processi contro di noi: ci battiamo per libertà e uguaglianza per esseri umani e natura. Adesso sappiamo che una forza collettiva può modificare dei disegni preconfezionati che sembrano assurdi. Noi combattiamo per un modello di sviluppo diverso e anche questi tre anni e mezzo di condanna sono assurdi. Ma almeno una sentenza come questa ha ridotto le pretese della procura di Torino e potrà servire anche per altri processi e altre realtà

L'ACCUSA - I quattro erano imputati per terrorismo in riferimento all'articolo 280 del codice penale "attentato per finalità terroristiche o di eversione" e al 280-bis "atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi". Secondo l'accusa l'azione di sabotaggio avrebbe attentato all'incolumità degli operai e delle forze armate che si trovavano quella notte al cantiere di Chiomonte. 

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