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Giovedì, 25 Aprile 2024
Call center del raggiro / Napoli

Il finto avvocato e il finto carabiniere: la coppia che truffa gli anziani

Settanta le vittime accertate, per un giro d'affari di 200.000 euro. La base operativa in Spagna, le vittime in Italia. Il meccanismo è sempre lo stesso e si parte da un finto incidente

Un finto avvocato, un finto carabiniere, un finto incidente. Sono gli ingredienti della truffa in cui sono caduti almeno 70 anziani in tutta Italia, soprattutto al Centro e al Nord. Sei persone, ritenute responsabili dell'affare, sono state arrestate oggi 24 marzo a Napoli dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Bologna, supportati dall’Arma locale e coordinati dalla Procura di Napoli. Per quattro degli indagati si sono aperte le porte del carcere, due sono ai domiciliari. Alcuni degli indagati sono gravemente indiziati anche di traffico di marijuana dalla Spagna all’Italia, con successivo spaccio nella città di Napoli e nel suo hinterland.

Le indagini

Le indagini sono state condotte da ottobre 2020 a maggio 2021 e sono nate da alcune truffe consumate nella provincia di Bologna. Nei mesi scorsi erano già scattate diverse misure cautelari da parte del gip di Napoli. Gli accertamenti, svolti dai carabinieri di Bologna, sono stati resi difficoltosi dai "continui e imprevedibili spostamenti degli indagati". L'indagine è stata complessa anche "per la quantità di utenze telefoniche da monitorare, intestate a prestanome e dismesse dopo ogni truffa -,hanno permesso, in pochi mesi, di ricostruire numerosissime truffe ai danni di anziani, circa 70, con un ingente profitto per l’organizzazione criminale, stimata in circa 200.000 euro". Oltre agli arresti è stato disposto il sequestro preventivo di un negozio compro oro in pieno centro a Napoli. I titolari, risultati in stretti rapporti con alcuni membri dell’organizzazione, avevano acquistato dagli indagati alcuni beni preziosi ritenuti riferibili a quelli consegnati dalle vittime.

La truffa

Dopo aver consultato alcuni siti internet, venivano scovati nomi e numeri di telefono di persone che, nel ruolo di telefonisti e spacciandosi telefonicamente per marescialli dei carabinieri o avvocati, rappresentavano un falso e grave incidente stradale in cui era rimasto coinvolto un parente della vittima (solitamente, un figlio o un nipote). Allo stesso tempo veniva chiesto del denaro o (dei preziosi) da
consegnare a un complice (nel ruolo di esattore), per evitare gravi conseguenze giudiziarie. Per rendersi maggiormente credibili invitavano la vittima a riagganciare la cornetta e contattare il 112. In realtà dall’altro capo dell’apparecchio rispondeva un complice del telefonista che riusciva a ottenere dalla vittima ulteriori informazioni sensibili che, subito dopo, il falso avvocato utilizzava per chiedere il pagamento di una “cauzione” affinché il parente non patisse gravi conseguenze legali.

Il call center della truffa e la droga

Per gli inquirenti esisteva una sorta di call center della truffa, da cui partivano le telefonate nei confronti delle vittime. La sede era in Spagna, a Barcellona, da dove utilizzando sim iberiche veniva organizzata la truffa. Barcellona si è rivelata la base logistica e operativa per un traffico di marijuana, del tipo “amnesia”, lì acquistata e poi spedita in Italia. Nel corso delle indagini, a Napoli, era stato arrestato in flagranza uno dei corrieri con cinque chili di droga.

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