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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

C'è il rischio di nuove stragi di mafia: "Possibili azioni eclatanti"

Dopo le minacce del capo dei capi Totò Riina e il comitato per l'ordine e la sicurezza riunitosi a Palermo alla presenza di Alfano, resta altissimo il livello di guardia sui nuovi obiettivi di Cosa Nostra

ROMA - Lo hanno intercettato con una cimice durante l'ora d'aria nel carcere milanese di Opera: il capo dei capi, Totò Riina, è tornato a minacciare Nino Di Matteo, il pm palermitano che indaga sulla trattativa Stato-mafia. Le esternazioni del padrino di Corleone, arrestato il 15 gennaio del 1993 e da anni in carcere col 41 bis, hanno fatto scattare l'allarme.

Ecco perché martedì scorso il ministro dell'Interno Alfano ha parlato di "possibile ritorno dello stragismo mafioso", a margine del Comitato straordinario per la sicurezza convocato nel capoluogo siciliano con i vertici delle Procure di Palermo e Caltanissetta e i comandanti delle forze dell'ordine (GUARDA IL VIDEO).

Gli episodi recenti e delle scorse settimane di cui è stato protagonista il boss e la lunga serie di inquietanti messaggi anonimi indirizzati a Di Matteo sono stati riferiti ad Alfano che ha dato la disponibilità dello Stato a potenziare le misure di sicurezza per il pm e per gli altri magistrati che indagano sulla trattativa. "Abbiamo lavorato più di tre ore a Palermo con i magistrati ed è venuto fuori che potrebbe esserci la tentazione di una ripresa di una stagione stragista. Noi stiamo dalla parte dei magistrati che combattono la mafia e ogni attentato possibile alla loro vita è un attentato allo Stato. Ma lo Stato è più forte di chi lo vuole abbattere", ha riferito il vicepremier.

Come si sta muovendo Cosa Nostra e cosa si nasconde dietro questo allarme? Andrea Purgatori dell'Huffington Post ha intervistato Sergio Lari, il procuratore capo della Repubblica di Caltanissetta che indaga sulle minacce ai procuratori palermitani e sulle stragi degli anni Novanta che costarono la vita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Lari conferma il rischio di "un colpo di coda" dell'organizzazione mafiosa: il vertice di Palermo è servito proprio a valutare e analizzare l'evoluzione di Cosa Nostra. Matteo Messina Denaro, super latitante, "è al momento l’unico tra gli stragisti ad avere la capacità di riproporre azioni eclatanti", racconta Lari.

E’ il capo indiscusso della provincia di Trapani e dei quattro mandamenti che la compongono ed esercita il suo carisma anche in altre zone della Sicilia. E' il depositario di tutti i segreti dello stragismo degli anni Novanta e l’ultimo della vecchia guardia a poter fare da catalizzatore nella ricostruzione di una nuova leadership regionale.

Stando ad alcuni messaggi anonimi intercettati dagli inquirenti, "una nuova stagione stragista arriverebbe come risposta al mancato alleggerimento del regime carcerario duro per i boss". Ecco perché il livello di guardia rimane altissimo, così come l'attenzione dello Stato, soprattutto nei confronti del procuratore Nino Di Matteo e dello stesso Sergio Lari.

Procuratore Lari, lei ha paura?

"Guardi, negli ultimi anni non mi sono fatto mancare niente, dalle minacce alle buste coi proiettili. Ma se uno dovesse vivere sempre con la paura non potrebbe andare avanti. Paolo Borsellino diceva: se hai paura, muori ogni giorno; se non hai paura, muori una volta sola. E’ una bellissima frase, l’ho fatta mia".

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