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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Prima semina Ogm in Friuli: guerra aperta sul fronte della trans-agricoltura

Guerra Ogm: dopo le prime semine nel weekend di semi transgenici, scatta la guerra delle associazioni. Il ministero dell'agricoltura condanna la semina abusiva

'Alea iacta est', è proprio il caso di dirlo. Il via è stato dato e possiamo dichiarare aperta in Italia la guerra per gli Ogm. Le varie discussioni tra pro e contro sono culminate con l'azione dimostrativa e la semina 'abusiva' di semi Ogm (mais Mon810) di sabato in Friuli.

Nel vuoto normativo di un'Italia che niente ha fatto, neanche di fronte alle forti sollecitazioni dell'Unione europea, c'è chi va oltre le regole, come il signor Fidenato, già intervistato da noi, che insieme ad un gruppo del Movimentolibertario sta portando avanti diverse semine che il governo italiano continua a ritenere illegittime. Dopo aver messo a dimora mais transgenico su un campo di 3 mila metri quadrati a Vivaro nella mattina di sabato scorso, ieri Fidenato ha cosparso le sementi Ogm anche in un terreno di Mereto di Tomba, in una sua proprietà di mille metri quadrati.

La ministro Di Girolamo si è affrettata a sottolineare l'esigenza e l'obbligo di un'autorizzazione dei tre ministeri competenti perché in Italia, eventualmente si possa seminare Ogm. Così infatti in un comunicato sabato pomeriggio: "Quanto avvenuto oggi in Friuli Venezia Giulia non è assolutamente da sottovalutare. In ogni caso è fondamentale ribadire che se non si verificano prima le condizioni di coesistenza, ogni semina di organismi geneticamente modificati non è permessa. Ho già dato disposizioni affinché il Corpo Forestale dello Stato, in accordo con le competenti autorità regionali, si accerti della natura delle sementi utilizzate in modo da assumere i provvedimenti del caso".

Ma le parole della ministra Pdl sono rimaste inascoltate e anzi, i sostenitori della semina sembrano voler disobbedire alle regole senza nessuna remora di sorta, forti del 'presunto' appoggio dell'Unione Europea. "Questa è una chiamata di tutti gli agricoltori alle armi - le parole del sig. Fidenato - C'è una sentenza della corte di giustizia Europea che ci da ragione e non ci interessa che dice lo stato italiano, andiamo avanti".

Per il governo italiano infatti non ci può essere una coltivazione transgenica che non rispetti il 'principio di coesistenza'. Cosa che, secondo Fidenato resta garantita dal fatto che l'Europa abbia inserito lo specifico seme nell'elenco di quelli permessi, anche se in proposito l'Itlaia si era già espressa sulla necessità di autorizzazione specifica. Dure comunque sono state le reazioni delle associazioni che si battono contro la diffusione delle colture Ogm, non solo riferite alla già condannata opera di semina abusiva ma anche a questioni più delicate riferite alla delusa capacità di non decidere dello stato italiano.

Franco Trinca, presidente dell'Associazione 'Nogm', oltre a sottolineare il non tempestivo intervento del Ministro Di Girolamo vista che la semina Ogm si è compiuta, ha criticato la senatrice Sel De Petris colpevole di aver inserito un cavillo 'alquanto ambiguo' all'interno della mozione sugli Ogm: "Avendo ascoltato l'intervista della senatrice Sel De Petris, denuncio una grave contraddizione tra quanto da lei affermato - scrive Trinca in un comunicato - cioè di aver presentato una mozione che chiedeva la clausola di salvaguardia, che nella realtà del suo testo effettivo, invece della clausola di salvaguardia (prevista dall'art.23 della direttiva CE 2001/18), chiede al governo ben altra differente misura. La mozione presentata dalla De Petris infatti impegna il governo ad adottare la misura cautelare di cui all'articolo 34 che, rimandando all'articolo 54 del regolamento ce n. 178/2002, in realtà sottrae allo stato italiano la decisione definitiva sulla valutazione del rischio legato all'Ogm, rimettendola di fatto alla commissione europea, notoriamente a favore degli Ogm".

La questione non è destinata a terminare presto, senza che venga fuori una grande battaglia ideologica, politica, economica e giuridica, una guerra su tutti i fronti che riguarda certo le varie associazioni che la combattono, ma che nella realtà interessa questioni legate alla salute. Un modo di pensare il futuro in maniera diversa.

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