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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Senza olio di palma si può": uscire dalla filiera sporca grazie al cittadino informato

Criticità e alternative dell'olio di palma al centro del convegno organizzato dai parlamentari 5stelle con esperti del settore. Tre aziende italiane dimostrano che non solo è possibile ma conviene dire addio all'olio tropicale

Foreste desertificate, terreni impoveriti, lavoratori sfruttati, violazioni dei diritti umani, popolazioni costrette ad abbandonare le proprie terre e a perdere le proprie radici culturali per sempre. C’è tutto questo nell’olio di palma contenuto nella maggior parte dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole. Ma dietro non c’è solo un problema di etica sociale, ma anche di natura alimentare e sanitario, di cui si è parlato in un convegno promosso alla Camera dal M5S, dal titolo “Olio di palma: criticità e alternative - Come uscire dalla filiera sporca”, moderato dal giornalista Dario Dongo, esperto di tematiche alimentari.

CITTADINI CONSAPEVOLI E INFORMATI - La maggiore trasparenza nell'etichettatura e una più alta precisione hanno portato i cittadini a scoprire l'utilizzo dell'olio di palma e a scegliere di non acquistare più prodotti che lo contengono, costringendo le aziende ad ascoltarli e a modificare le proprie politiche industriali, come ha ricordato il parlamentare pentastellato Mirko Busto, sottolineando come nell’olio di palma siano presenti elementi cancerogeni molto superiori agli altri oli vegetali. L'interesse sul tema da parte dei cittadini italiani, ha sottolineato Busto, deriva da una tradizionale maggiore attenzione al cibo propria della nostra cultura. 

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