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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il giallo / Catania

Uccide due donne e poi si suicida: il killer era un ergastolano in licenza

Un'intera cittadina sotto choc. I corpi scoperti in poche ore in punti diversi. Un macabro filo unisce i tre casi

Sabato di sangue a Riposto, in provincia di Catania. Tre persone - due donne e un uomo - sono state trovate morte oggi 11 febbraio. I cadaveri sono stati scoperti in punti diversi della cittadina in momenti diversi. Quasi certo che ci sia un macabro collegamento fra i tre casi. Le donne sono state uccise, entrambe con un colpo di arma da fuoco. L'uomo si è suicidato ed era un "ergastolano in semi libertà che stava usufruendo di una licenza premio" e sarebbe dovuto rientrare proprio il giorno dei delitti nel carcere di Augusta, provincia di Siracusa. 

Chi era il killer

Salvatore "Turi" La Motta, 63 anni, era un "detenuto in semi libertà che stava usufruendo di una licenza premio" ma sarebbe dovuto rientrare oggi nel carcere di Augusta, nel Siracusano. Si è però suicidato davanti alla caserma dei carabinieri di Riposto, già sospettato di avere ucciso poco prima due donne. 

Il fratello Benedetto La Motta, noto come "Benito" o "Baffo" (di 65 anni) è stato arrestato da militari dell'Arma nel luglio del 2020 nell'ambito di un'inchiesta su un omicidio ed è indicato come il referente a Riposto della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. Secondo la Procura distrettuale di Catania, che aveva coordinato le indagini dei carabinieri della compagnia di Giarre del comando provinciale etneo, sarebbe stato Benedetto La Motta a "ordinare l'omicidio" di Dario Chiappone, ucciso a a Riposto nell'ottobre del 2016. L'inchiesta della Dda di Catania prese ulteriore spunto dall'arresto di Antonino Marino, 78enne di Riposto, noto come il killer delle carceri, avvenuto il 20 dicembre 2019 per lo stesso assassinio dopo che le sue impronte furono trovate dal Ris di Messina sul luogo del delitto.

Chi sono le due donne uccise

Le donne trovate morte sono Carmelina Marino, di 48 anni, e Santa Castorina, 49 anni. Salvatore La Motta, fratello del più noto boss ergastolano Benito La Motta, è invece l'uomo che si è tolto la vita.

Carmelina Marino trovata morta in auto

Come riporta CataniaToday, il primo ritrovamento è stato nella zona del porto. Carmelina Marino è stata trovata cadavere dentro la sua auto, una Suzuki Ignis, sul lungomare a poca distanza dal Porto turistico. La vittima era madre di due figli ed è stata uccisa con un colpo di arma da fuoco alla testa. Forse poco dopo essersi fermata per fare rifornimento.

Donna trovata morta in auto, si indaga per omicidio

Si tratta di una zona molto frequentata, nelle vicinanze ci sono l'ingresso del porto turistico d Riposto e la sede locale della guardia costiera, oltre che una stazione di servizio. Le telecamere dell'impianto potrebbero avere immortalato quanto è accaduto. La strada è stata chiusa al traffico e transennata, sul posto sono arrivati il magistrato di turno, i carabinieri e gli uomini della Scientifica. Anche il tratto che conduce al mercato ittico è stato chiuso per consentire i rilievi.

Il cadavere di Santa Castorina trovato in strada 

Il secondo corpo è stato trovato in via Roma. Anche questa zona centralissima, vicino Villa Pantano, angolo corso Italia. Si tratta di Santa Castorina, anche lei uccisa con un colpo di arma da fuoco. La donna è stata trovata a terra, in una pozza di sangue, sul marciapiede non lontano dalla sua auto con all'interno il cagnolino che la aspettava. I passanti hanno provato a rianimarla col massaggio cardiaco, come racconta un testimone, ma inutilmente. 

Salvatore La Motta morto suicida davanti alla caserma

Infine il ritrovamento del terzo corpo: quello di Salvatore La Motta. Era privo di vita davanti alla caserma dei carabinieri in via Immacolata. In questo caso è stato un suicidio. Avrebbe usato la stessa arma con la quale sono state uccise le due donne.

Ipotesi duplice omicidio-suicidio

L'ipotesi privilegiata dagli inquirenti è che l'uomo che si è suicidato davanti alla caserma, si sia tolto la vita dopo avere ucciso le due donne. L'arma che ha ucciso l'uomo è la stessa utilizzata per togliere la vita alle due vittime.

Si indaga per capire quale sia il collegamento fra i tre. Probabilmente di natura sentimentale. Gli investigatori sono impegnati a ricostruire dinamica e movente.

Il sindaco "Gesto di un folle"

"Sono sconvolto. Lo è l'intera comunità, che nulla ha a che fare con l'immagine violenta che in queste ore viene trasmessa sui media. Non conoscevo né le vittime né il presunta omicida. Ancora una volta vengono colpite delle donne, ancora una volta si assiste a un atto di forza contro le donne", dice all'Adnkronos Enzo Caragliano, sindaco di Riposto. "Aspettiamo che sulla vicenda sia fatta chiarezza e che gli investigatori ricostruiscano l'esatta dinamica di quanto accaduto - prosegue il primo cittadino -. Nessun atto di violenza può essere giustificato, nessuna motivazione è mai accettabile. Forse si può pensare al gesto di un folle, perché solo la pura follia può esserci dietro a una simile violenza. Sono vicino alle famiglie delle vittime, esprimo loro cordoglio a nome dell'intera collettività".

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