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Sabato, 20 Aprile 2024
Rischiano l'ergastolo / Avellino

L’omicidio di Aldo Gioia, parla la madre di Giovanni Limata: "Mio figlio è stato manipolato dalla fidanzata"

Il ragazzo sarebbe stato come un burattino nelle mani di Elena Gioia, dice la donna, mentre il legale sostiene che la sera del delitto il 23enne non fosse solo nell’abitazione

Giovanni Limata, il 23enne reo confesso dell’assassinio del padre della fidanzata Elena Gioia, avrebbe commesso il delitto proprio perché manipolato dalla ragazza: il giovane sarebbe stato come un burattino nelle sue mani, che gli avrebbe chiesto di sterminare la sua famiglia.

Di questo è convinta Maria Crisci, la madre di Limata, che ha descritto il figlio come un ragazzo che in passato ha vissuto momenti difficili, come il tentato suicidio in seguito a una delusione d’amore, ma con la famiglia sempre vicino. "Io e mio marito stiamo soffrendo, ma non era la nostra famiglia a essere manchevole. Non è la nostra famiglia che non ha amore al suo interno", ha detto la donna. Il legale Mario Villani è convinto inoltre che "sulla scena del crimine ci sono state molte interferenze: 14 coltellate sono tante e Giovanni non era solo in quella casa".  Il 23 aprile, il giorno dell’omicidio di Aldo Gioia, ha raccontato la signora Crisci, suo figlio si sarebbe recato ad Avellino nel pomeriggio per poi tornare a casa a tarda sera, “stanco, strano, accompagnato da qualcuno, ci ha detto". Poi l’arrivo delle forze dell’ordine. 

L'omicidio di Aldo Gioia il 23 aprile ad Avellino

La sera del 23 aprile, Aldo Gioia è stato ucciso nel sonno con diverse coltellate nella sua abitazione di Avellino. L'uomo sarebbe stato contrario alla relazione tra la figlia Elena e Giovanni Limata, ragazzo problematico. Nel corso di un interrogatorio, i due giovani - fermati poche ore dopo il delitto - avevano confessato l’omicidio: il loro piano si sarebbe dovuto concludere con la fuga dopo aver ucciso anche la madre e la sorella di Elena.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, intorno alle 23.30, la ragazza sarebbe uscita di casa con la scusa di andare a buttare l’immondizia e avrebbe lasciato aperta la porta, per far entrare Limata, il quale poi avrebbe colpito Aldo Gioia con un coltello da caccia. Le urla dell'uomo hanno salvato la moglie e l’altra figlia, mentre Limata fuggiva per tornare a casa a Cervinara, un comune vicino. Elena Gioia aveva poi dato l'allarme inscenando un furto, una circostanza che non aveva convinto gli investigatori. Aldo Gioia, soccorso e portato in ospedale, è morto poche ore dopo il ricovero. 

Nell’udienza di convalida dell’arresto, i due giovani si sono avvalsi della facoltà di non rispondere mentre sono emerse le chat intercorse tra di loro poche ore prima del delitto: i messaggi, riportati da AvellinoToday, evidenzierebbero le intenzioni omicide della coppia. Devono rispondere di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione contro un familiare: rischiano l’ergastolo.

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