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Venerdì, 19 Aprile 2024
Giustizia

Aldrovandi, agenti ancora in servizio: "Via la divisa"

Rimangono in servizio ma saranno trasferiti: questo il destino dei 4 poliziotti colpevoli dell'omicidio del diciottenne ferrarese. Intanto tutta la città di Federico scende in piazza perché 'devono togliersi la divisa'

La notizia arriva dalla commissione Affari Costituzionali della Camera: il Governo ha risposto al question time del Movimento 5 Stelle con cui si chiedeva al ministro dell'Interno Angelino Alfano di rendere note le motivazioni delle sanzioni stabilite per Enzo Pontani, Luca Pollastri, Paolo Forlani e Monica Segatto, agenti di Polizia colpevoli dell'omicidio del diciottenne ferrarese Federico Aldrovandi, che nel 2005 morì a seguito di un loro fermo.

In particolare nel question time il deputato stellato Paolo Bernini ha chiesto i motivi in base ai quali le commissioni hanno ritenuto di applicare il provvedimento di sospensione dal servizio escludendo come pena massima la destituzione dal servizio stesso, dopo la condanna definitiva per 'eccesso colposo in omicidio colposo' per i fatti avvenuti nella notte in cui Federico fu ucciso.

Così ha risposto il Viminale: “In considerazione della natura non dolosa della condotta, è stata ritenuta congrua la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio, rispetto a quella più grave della destituzione. In merito alle attuali assegnazioni degli agenti si ricorda che tre sono stati trasferiti, per motivi di opportunità e di incompatibilità ambientale, a seguito della pronuncia di condanna di primo grado emessa dal Tribunale di Ferrara, mentre l’assistente capo Monica Segatto era già stata trasferita a domanda prima della sentenza”.

Insomma i 4 agenti colpevoli dell'omicidio di Federico rimarranno in servizio, semplicemente lo presteranno in un'altra città che non sia Ferrara. Svolgeranno compiti di carattere amministrativo. "Di certo avremmo auspicato che per gli agenti fosse ritenuta congrua la sanzione della destituzione in quanto a nostro avviso, la loro condotta dovrebbe essere considerata disonore alla divisa secondo quanto previsto dal dpr 25 Ottobre 1981 n.737. Da coetanei di Federico Aldrovandi riteniamo comunque inaccettabile che questi agenti continuino ad indossare la divisa" afferma Bernini.

"Da un governo che largamente non intende rispettare la Costituzione - dentro e fuori i suoi confini - non c'è da aspettarsi nulla di meglio. Altrimenti non costruirebbe la retorica bugiarda sui due marò, non porterebbe la guerra in Afghanistan e in Val Susa, non ruberebbe vita, salario e diritti alla stragrande maggioranza della popolazione forte solo del consenso ottenuto con una legge elettorale truffaldina" affermano il giornalista Checchino Antonini ed Elisa Corridoni del Prc di Ferrara, che sin dall'inizio si occupati del caso, stando al fianco della famiglia Aldrovandi.

Raggiunta dalla notizia, Patrizia Moretti, madre del ragazzo, si dice sollevata dal fatto che “almeno quei quattro non torneranno a svolgere il lavoro che facevano prima, sulle volanti”.

Tutti coloro che hanno sostenuto la battaglia di verità e giustizia di Patrizia intanto rilanciano l'appuntamento per sabato 15 febbraio, all'ippodromo di Ferrara (luogo in cui Federico fu ucciso) per chiedere che i 4 agenti colpevoli dell'omicidio smettano di indossare la divisa. Ma non solo: sarà anche l'occasione per chiedere l’introduzione del numero identificativo per gli appartenenti delle forze dell’ordine e per continuare a chiedere l’introduzione del reato di tortura.

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