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Giovedì, 25 Aprile 2024
La ricostruzione / Catania

Elena Del Pozzo, la bambina uccisa dalla mamma e sepolta in 5 sacchi di plastica "per una forma di gelosia"

Martina Patti, 23 anni, è accusata di omicidio premeditato pluriaggravato e di soppressione del cadavere della figlia. Dalla denuncia di sequestro alla confessione, passando per il possibile movente, ecco la ricostruzione della procura di Catania

Elena Del Pozzo, la bambina di 4 anni (ne avrebbe compiuti 5 a luglio) trovata morta oggi nei pressi della sua casa di Mascalucia, comune di poco più di 30mila abitanti in provincia di Catania, alle pendici dell'Etna, potrebbe essere stata uccisa dalla madre Martina Patti "per via di una forma di gelosia nei confronti dell'attuale compagna dell'ex convivente", in quanto non tollerava che alla donna "vi si affezionasse anche la propria figlia". Lo scrive la procura di Catania nelle carte visionate da Today in cui ricostruisce l'omicidio della piccola, dopo il fermo della donna per omicidio premeditato pluriaggravato e soppressione di cadavere. A far ritrovare il corpo della bimba è stata proprio la madre. La donna ha confessato l'omicidio a carabinieri e procura.

Elena Del Pozzo, la bimba uccisa a Mascalucia (Catania): la ricostruzione

Inizia tutto ieri, lunedì 13 giugno, quando la madre della bimba denuncia ai carabinieri della tenenza di Mascalucia che Elena sarebbe stata sequestrata. La donna racconta che tre persone armate l'hanno prelevata mentre era con lei in auto a Piano di Tremestieri, dove la piccola frequentava l'asilo. Nella circostanza, secondo quanto riferito dalla donna, l'episodio del sequestro sarebbe "una conseguenza del comportamento dell'ex compagno (Alessandro Del Pozzo, 24enne con precedenti per spaccio) per non aver ascoltato precedenti messaggi minatori fattigli recapitare presso la propria abitazione, in ragione del tentativo posto in essere di individuare il reale complice di una rapina ai danni di una gioielleria di Catania al posto del quale venne arrestato il 15 ottobre 2020 e successivamente assolto nel settembre 2021 per non aver commesso il fatto", scrive la procura di Catania.

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Gli investigatori da subito escludono che il sequestro sia "opera della criminalità organizzata", né che sia "collegato a una richiesta di riscatto": la famiglia non ha problemi economici, ma neppure disponibilità tali da giustificare un sequestro estorsivo. Scattano le indagini e le ricerche e vengono sentiti i famigliari della bambina. Nella notte vengono raccolte prove e fatte verifiche. Vengono sentiti più volte i membri della famiglia di Elena: i genitori (che non sarebbero conviventi), gli zii e alcuni dei nonni della piccola.

"La gelosia verso l'attuale compagna dell'ex convivente"

Dalle indagini è emerso "un triste quadro familiare costituito da due ex conviventi che, a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena, avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l'un l'altro - scrive ancora la procura di Catania -. In particolare, la donna, nei confronti della quale nel corso della nottata è stato contestato il reato di false informazioni al pubblico ministero, a fronte delle continue sollecitazioni da parte degli inquirenti e delle contestazioni all'inverosimile versione fornita, ha ceduto soltanto nella tarda mattinata allorquando i carabinieri della sezione investigazioni scientifiche si apprestavano ad effettuare i rilievi dell'abitazione presso cui la stessa risiedeva unitamente alla figlia".

Il possibile movente del delitto? Secondo quanto emerso, "la stessa potrebbe aver posto in essere il gravissimo gesto anche per via di una forma di gelosia nei confronti dell'attuale compagna dell'ex convivente, non tollerando che alla stessa vi si affezionasse anche la propria figlia".

Bimba trovata morta a Mascalucia, le foto dal luogo della tragedia

Poi la svolta, martedì mattina, con la confessione e il ritrovamento del cadavere della bambina. Messa alle strette, Martina Patti ha indicato ai carabinieri il luogo in cui rinvenire il corpicino della figlia, sotterrato in un campo vicino a via Euclide di Mascalucia. Poi, sentita presso il comando provinciale dei carabinieri alla presenza di magistrati della procura di Catania, ha confessato il delitto, precisando di averlo portato a termine in maniera solitaria, nella sua abitazione a Mascalucia, dopo essere andata a prendere Elena all'asilo, utilizzando un coltello da cucina e alcuni sacchi neri di plastica per nascondere il corpo nella terra.

Il corpicino della bambina, parzialmente interrato e occultato in 5 sacchi di plastica, all'esito dell'ispezione medico legale ha evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare. La presunta omicida è stata condotta nel carcere di Catania.


 

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