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Venerdì, 19 Aprile 2024
Palermo

L'omicidio per l'affitto non pagato: "Mi minacciava di morte, ho perso la testa e gli ho sparato"

Giuseppe La Corte, 77 anni, accusato di aver ucciso il suo inquilino moroso, Aleandro Guadagna, ha risposto alle domande del gip: "Sono stato comprensivo finché è stato detenuto, ma poi ogni volta che andavo lì per avere i 250 euro mensili le sue reazioni erano violente"

L'affitto per la casa di via Mulino, a Boccadifalco, ammontava ad appena 250 euro al mese. E per Giuseppe La Corte, l'uomo di 77 anni che mercoledì ha sparato due colpi di fucile e ha ucciso l'inquilino moroso, Aleandro Guadagna, 32 anni, con precedenti per rapina e che era tornato libero a giugno dell'anno scorso, quella non sarebbe stata solo una questione di soldi. "Negli ultimi due anni - così ha spiegato stamattina al gip Nicola Aiello durante l'udienza di convalida del fermo - Guadagna mi ha minacciato più volte di morte".

Chi era la vittima: tornato libero a giugno, lascia la moglie e 4 figli

Il giudice, accogliendo la richiesta del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Giorgia Righi, che coordinano l'inchiesta, ha convalidato il provvedimento ed ha disposto la custodia cautelare in carcere per l'indagato. Ma, come spiegano i suoi avvocati, Vincenzo Zummo e Luigi Sanniu, "l'omicidio non è stato premeditato e, anzi, La Corte è stato provocato dalla vittima".

"Picciuli un ci n'è, è inutile che vieni"

Come ricostruito finora e in base alla versione dell'indagato, Guadagna non avrebbe pagato l'affitto da due anni e, visto che è stato in carcere, l'anziano avrebbe deciso di non pressare la famiglia, composta anche da 4 bambini. Nell'ultimo periodo, però, ogni volta che La Corte avrebbe messo in mezzo l'argomento, al posto di incassare i soldi, sarebbe stato pesantemente minacciato: "Picciuli un ci n'è, è inutile che vieni", questo avrebbe detto Guadagna al padrone di casa anche mercoledì mattina.

"Ho portato il fucile per difendermi"

La Corte, secondo la sua difesa, temendo di poter essere aggredito dall'inquilino, per l'incontro - preannunciato ai suoi famigliari, "vado a sisremare la questione dell'affitto" - si sarebbe portato dietro il fucile per difendersi in caso di necessità. Prima di bussare, avrebbe nascosto l'arma a terra, in modo da poterla prendere se la situazione fosse degenerata. Di fronte alla reazione di Guadagna (nella foto) "ho perso il lume della ragione - come ha detto al giudice - e ho sparato". Uccidendo l'inquilino.

Aleandro Guadagna (2)

La confessione: "Sto andando a sistemare la questione dell'affitto"

"Fai venire i carabinieri, non si può tornare indietro"

Poi si sarebbe rimesso in macchina, con il fucile al seguito, e avrebbe iniziato a vagare, in stato confusionale a suo dire. Fino ad arrivare al centro commerciale La Torre. La Corte avrebbe chiamato il figlio che lo avrebbe avvertito della presenza dei carabinieri: "Falli venire, non si può tornare indietro", così avrebbe detto l'indagato, che poi era stato effettivamente fermato a poche ore dall'omicidio.

Le immagini da via Mulino e la disperazione della madre della vittima | Video

"Una volta ha preso un martello e urlava: 'Non sei nessuno, vattene'"

Il settantasettenne ha raccontato che in passato, quando sarebbe andato a chiedere i soldi dell'affitto, Guadagna avrebbe avuto reazioni anche molto violente: in un caso avrebbe preso un martello ed avrebbe iniziato a colpire un muro dell'abitazione, dicendo al padrone di casa "non sei nessuno, vattene, soldi non ce ne sono". L'indagato, a dispetto delle minacce che sostiene di aver ricevuto per molto tempo, ha sempre ritenuto "inutile" presentare una denuncia, temendo anzi che questo potesse peggiorare soltanto le cose. Ad un certo punto, però, mercoledì scorso, ha deciso di farsi giustizia da solo.

L'indagato: "Mi sentivo una vittima"

"Lui si sentiva una vittima - spiegano gli avvocati di La Corte - e riteneva di subire una forma di estorsione da parte di Guadagna, col quale aveva anche cercato di essere comprensivo: nel periodo in cui era detenuto (la vittima era tornata in libertà lo scorso 6 giugno, ndr) non ha mai chiesto nulla, anche se era un suo diritto". La difesa preannuncia che presenterà un'istanza per far sì che l'indagato, anche alla luce della sua età, ottenga gli arresti domiciliari, ed è convinta di poter far emergere sia che il delitto non era premeditato e che, appunto, sarebbe stata la vittima a caricare il fucile del pensionato, provocandolo e intimorendolo.

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