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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca nera / Cosenza

Coppia uccisa in auto: il mistero del capretto trovato nel portabagagli

Un omicidio brutale quello avvenuto nelle campagne di Castrovillari: lei al volante, lui nel bagagliaio. Le vittime sono Maurizio Scorza, di 57 anni, e la compagna di 38. Gli inquirenti non escludono la pista della 'ndragheta

Un omicidio brutale: lei al volante, lui nel bagagliaio. Un'esecuzione. Sono di un uomo di 57 anni, Maurizio Scorza, e della compagna,  una straniera di origine tunisina residente a Villapiana , i corpi senza vita trovati nella tarda serata di ieri in contrada 'Giammellona', nelle campagne di Castrovillari, provincia di Cosenza. Secondo quanto si apprende, la coppia sarebbe stata uccisa poche ore prima del ritrovamento dei corpi. Il cadavere della donna, 38 anni, è stato trovato al posto di guida di una Mercedes Glk. Quello dell'uomo era nel cofano, insieme ad un capretto morto.

La dinamica e il movente dell'omicidio di Castrovillari

I due sono stati uccisi da numerosi colpi d'arma da fuoco. Ad avvisare le forze dell'ordine sarebbe stato un residente della zona, che ha notato l'auto ferma con i fari accesi. Sul posto, subito dopo il ritrovamento, è giunto anche il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Alessandro D'Alessio, insieme ai carabinieri, che stanno conducendo le indagini, e al medico legale. Sui cadaveri sono stati rilevati numerosi fori provocati da colpi di arma da fuoco, forse sparati da un fucile. Al momento non è chiaro se l'omicidio sia stato compiuto da un solo uomo o da più persone. Una delle ipotesi è che i due siano stati attirati con un tranello nelle campagne di Castrovillari e poi uccisi a sangue freddo.

Il movente però resta un mistero. Scorza avrebbe già subito un attentato circa nove anni fa, nel 2013, a cui era sfuggito. Il 57enne non aveva precedenti specifici per mafia, ciò nonostante gli inquirenti stanno vagliando con attenzione la possibilità che dietro l'esecuzione ci si la mano della 'ndrangheta. Proprio la presenza del capretto morto, una sorta di messaggio in codice, rende più solida la pista della vendetta da parte della criminalità organizzata calabrese (non è la prima volta che capretti o altri animali uccisi vengono usati dalle organizzazioni mafiose con scopi intimidatori o per recapitare un "messaggio"). Al momento però siamo ancora nel campo delle ipotesi. 

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