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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Furia omicida / Bologna

Il killer ragazzino di Chiara Gualzetti ha simulato un altro omicidio in cella

Deve scontare 16 anni e quattro mesi per la morte della 15enne. Nelle motivazioni della condanna episodi emblematici: il finto delitto in cella col ketchup, i messaggi con le emoticon coltello, donna e sangue

Chiara Gualzetti aveva 15 anni quando, il 27 giugno 2021, è stata uccisa con una coltellata alla schiena da un altro ragazzino, che lei credeva un amico sulle colline di Monteveglio (Bologna). Il giovane, riconosciuto colpevole del delitto, deve restare in carcere poiché mostra "assenza di empatia e senso di colpa" per un delitto non d'impulso ma progettato. E' quanto si legge nelle motivazioni con cui il Tribunale per i Minorenni di Bologna lo ha condannato con rito abbreviato a 16 anni e quattro mesi. Pagina dopo pagina emergono episodi emblematici: un finto omicidio inscenato "per scherzo", i messaggi prima del delitto con tre emoticon: coltello, donna, sangue.

Il killer di Chiara Gualzetti ha simulato un altro omicidio "per scherzo"

Il giudice spiega perché il ragazzino ritenuto colpevole dell'omicidio di Chiara Galzetti deve scontare 16 anni e quattro mesi. E ci sono una serie di episodi citati, che ne tratteggiano comportamenti e atteggiamenti.

Mentre si trovava nel carcere minorile di Bologna in attesa del processo per l'omicidio di Chiara Gualzetti, ha simulato per scherzo un altro omicidio, insieme a un compagno di cella: ha sporcato ovunque con il ketchup, facendo finta "di essere impazzito di nuovo", come ha riferito.

Nelle motivazioni si cita anche un video pubblicato su Instagram (dal carcere del Pratello) in cui "si riprende con le dita in segno di vittoria e con la scritta "killer" in primo piano.

Ci sono poi le chat. "Dovrò far fuori una ragazza", aveva detto chattando con un'amica tre giorni prima. E i lgiorno prima di uccidere la 15enne il giovane killer aveva inviato le tre "emoticon" a un'amica: coltello, donna, sangue. "Appare chiaro - si legge nella sentenza di condanna a 16 anni e quattro mesi - che la premeditazione era dettagliata anche nelle modalità dell'omicidio".

Agli atti anche le foto scattate al corpo martoriato di Chiara mentre la ragazza “verosimilmente poteva essere ancora viva”.

"Nessun pentimento, ma compiacimento e progettazione"

Per il tribunale non c'è pentimento nel giovane killer di Chiara Gualzetti. Ci sono piuttosto "comportamenti sprezzanti attuati dopo l'uccisione. Egli - si legge - colpisce con calci la vittima perché 'non moriva' e si preoccupa solo di 'essersi rotto un piede' a causa della 'testa dura' della minore".

Comportamenti che per il giudice denotano la totale assenza della benché minima considerazione per la vittima e per la tragedia causata e dimostrano ancora una volta il 'compiacimento narcisistico'" per un omicidio che non nasce da "un impulso repentino e non controllabile", ma da "una progettazione", sottolineano i giudici. Una pianificazione che emerge dalle sue scelte: decide il momento "più opportuno per uccidere (non certo il venerdì alla presenza di altri, ma domenica in seguito a un invito capzioso e ingannante)", mostra "capacità simulatoria e depistante subito dopo il fatto allorquando spudoratamente mente" fornendo ipotesi alternative sulla scomparsa di Chiara.

Per il tribunale non solo ha progettato il delitto e le modalità per non farsi notare, ma ha anche ideato strategie difensive per sviare indagini.

Chiara Gualzetti accoltellata alla schiena e picchiata

Chiara era uscita col suo assassino convinta di essere al sicuro, di trascorrere qualche ora con un amico. Dovevano fare una passeggiata. E' stata invece accoltellata e colpita con calci e pugni.

Nell'interrogatorio, il giovane ha detto di aver agito dietro la spinta di un demone. Invece dalla perizia psichiatrica presentata prima del verdetto del tribunale è emerso il profilo di un ragazzo freddo e distaccato, privo di sensi di colpa ed empatia. I periti hanno dichiarato che "era grado di intendere e di volere".  Nessun agire psicotico.

Per il giudice rimane "incomprensibile" il motivo del delitto. "Nonostante i vari tentativi del 16enne di motivare il terribile gesto e nonostante le varie spiegazioni fornite riguardo 'il demone', e la 'voce' che lo avrebbe 'costretto' ad agire, non è stato possibile comprendere perchè il 16enne abbia scelto proprio la povera Chiara Gualzetti", sottolinea il gup.

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