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Sabato, 30 Settembre 2023
Massacrato senza pietà

Niccolò Ciatti, per il killer latitante confermata la condanna a 23 anni

La Corte di Assise d’Appello di Roma ha confermato la condanna nei confronti di Rassoul Bissoultanov, il ceceno accusato dell'omicidio del 22enne di Scandicci. Il padre di Niccolò: "C’è qualcosa che non va in questa giustizia"

Ventitré anni di carcere per Rassoul Bissoultanov. I giudici della Corte di Assise d’Appello di Roma hanno confermato la condanna nei confronti del ceceno, accusato di aver ucciso Niccolò Ciatti, un 22enne originario di Scandicci (Firenze), morto dopo un violento pestaggio avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2017 fuori ad una discoteca di Lloret de Mar in Spagna. In primo grado per Bissoultanov, che è latitante, i giudici avevano escluso le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Le motivazioni della sentenza di Appello saranno depositate fra 60 giorni. Il ceceno si scagliò contro Ciatti "con furia cieca" avevano detto il sostituto procuratore generale Debora Landolfi e il pm Erminio Amelio nella loro requisitoria chiedendo la condanna all’ergastolo per l’imputato.

Omicidio Ciatti: Bissoultanov è ancora latitante

Bissoultanov venne arrestato il 12 agosto 2017 in Spagna e poi dopo 3 anni e 10 mesi rimesso in libertà. Dopo essere stato scarcerato il ceceno lasciò Girona e venne in seguito arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale e in seguito estradato in Italia. Nel dicembre 2021 però la Corte d’Assise di Roma lo ha rimesso in libertà, con un provvedimento poi annullato dalla Cassazione. Tornato in Spagna, la scorsa estate, dopo la condanna a 15 anni, confermata anche in Appello, Bissoultanov ha fatto perdere le sue tracce ed è ancora latitante.

Il padre di Niccolò Ciatti: "La giustizia non ci rappresenta" 

Visibilmente commosso dopo la sentenza Luigi Ciatti, padre di Niccolò: "Non aver riconosciuto le aggravanti ‘’non è un buon segnale, per un ragazzo che è stato ucciso in quel modo, non è un bel precedente. Noi ce l’abbiamo messa tutta per Niccolò, ma purtroppo non siamo riusciti e a dargli quel minimo di giustizia che si meriterebbe". "Evidentemente c’è qualcosa che non va in questa giustizia - ha aggiunto - soprattutto spagnola ma anche italiana, così poco sensibile e che non ci rappresenta. Chi commette certi crimini deve pagare. Non ci scordiamo che l’imputato, ormai riconosciuto colpevole, è libero perché fuggito, e nessuno lo cerca, continua la sua vita mentre a Niccolò gliela ha tolta. Andiamo avanti, ma ci rendiamo conto che non esiste una giustizia terrena che possa aiutarci a superare quanto accaduto. Ora aspettiamo di raggiungere il nostro Niccolò", ha concluso in lacrime. "Siamo soddisfatti perché tutte le richieste dell'imputato sono state rigettate; continuiamo a ritenere che davanti a una morte causata con tale violenza sarebbe stato opportuno che l'aggravante dei futili motivi fosse stata riconosciuta'' affermano i legali della famiglia Ciatti, gli avvocati Agnese Usai e Massimiliano Stiz.

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