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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'interrogatorio / Napoli

I cognati giustiziati dal suocero, c'è la confessione (parziale)

Raffaele Caiazzo ha ammesso di avere sparato al genero Luigi Cammisa, 29 anni. Ha però detto di avere un "vuoto di memoria" e di non ricordare l'omicidio della nuora Maria Brigida Pesacane, 24 anni

Un'ammissione a metà e molti "Non ricordo". Così Raffaele Caiazzo ha affrontato l'interrogatorio. L'uomo, 44 anni, è in carcere a Poggioreale con l'accusa di aver ucciso a colpi di pistola giovedì a Sant'Antimo (Napoli) il suo genero e la sua nuora perché pensava che i due avessero una relazione. Caiazzo ha ammesso di avere sparato a Luigi Cammisa, 29 anni, ma non a Maria Brigida Pesacane, 24 anni. Di fatto però è l'unico indiziato per entrambi i delitti.

Il delitto d'onore dietro la fine di Luigi e Maria

Caiazzo si è costituito poco dopo i delitti ed è stato arrestato per duplice omicidio. Ha ammesso di aver sparato e ucciso Cammisa, ma poi ha detto di avere un vuoto di memoria e quindi di non ricordare di avere ucciso anche la nuora.

Ha ammesso però il movente: sospettava che tra i due cognati vi fosse una relazione. Secondo il suo racconto lo aveva anche detto ai suoi figli - moglie e marito delle vittime -  ma era stato zittito. Per i diretti interessati erano tutte invenzioni. Il figlio Alfredo lo avrebbe anche minacciato di non fargli più vedere i nipoti se avesse continuato con la sua teoria.

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