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Venerdì, 19 Aprile 2024
Omicidio / Milano

Uomo insulta la sua ragazza: lui arriva al bar, gli spara e lo uccide

Il 'film' dell'omicidio di Cornaredo, in provincia di Milano. Fermato il presunto killer

Dalle 22.45 alle 23.28. Tutto in 43 minuti, in poco più di 2.500 secondi. Tanto dura il "film" dell'omicidio di Abderrahim El Kharmoudi, il 45enne di origini marocchine ucciso con due colpi di pistola domenica sera fuori da un bar di Cornaredo, l'Agorà, dopo una lite con una donna. A ricostruire quella folle serata di sangue, violenza e vendetta è il fermo di indiziato di delitto firmato dal pm Pasquale Addesso nei confronti di un 21enne albanese, pregiudicato, noto in paese con il nome di "Aldo". 

Il film, inevitabilmente, non può che partire dalla fine. Da quella chiamata al 112 arrivata alle 23.30 che segnalava l'esplosione di tre colpi di arma da fuoco all'esterno di un locale in piazza Libertà. Arrivati lì, però, i militari avevano visto il bar chiuso - nonostante di solito sia aperto fino a tarda notte - e non avevano trovato né feriti, né aggressori. A 500 metri da lì, in via Varese, c'era però una Volkswagen Polo bianca con a bordo il 45enne in fin di vita - morirà poi al San Carlo - con un coltello a serramanico in mano. 

Da lì, grazie al racconto dei testimoni e alle immagini di videosorveglianza del bar e delle vie attorno, i militari sono riusciti a ricostruire pezzo dopo pezzo l'accaduto, rimettendo insieme tutte le tessere del puzzle. Il primo contatto tra Abderrahim El Kharmoudi e Aldo, il presunto killer, che era in compagnia di un amico e della fidanzata, avviene alle 22.45, quando si accende la prima miccia. Dopo qualche parola e qualche minaccia, il 45enne risale in auto e va via per poi tornare poco dopo, rientrare nel bar e andare direttamente a cercare la ragazza del presunto assassino. Presunto assassino che proprio in quegli istanti, dopo essersi allontanato in scooter, sta tornando verso il locale. 

In un attimo si consuma la tragedia. El Kharmoudi si avvicina più volte minaccioso verso la ragazza, che viene difesa da altre tre giovani presenti nella sala. Le urla contro, alza le mani come a volerla schiaffeggiare e poi calcia un bidone dell'immondizia prima di girarsi e dirigersi verso l'uscita. Ma fa pochi passi e viene colpito dai due proiettili, sparati con un'arma ancora non trovata. Qualcuno, con ogni probabilità il 21enne, urla: "Vieni qua figlio di putt***, dove vai". Alcuni dei testimoni pare lo abbiano anche sentito dire: "Così impari a rispettare le donne". A quel punto, il 45enne risale in macchina ma fa pochi metri e si accascia sul sedile, mentre i due fidanzati tornano a casa, da dove usciranno un paio di ore dopo per salire a bordo di un Audi guidata da uno "zio" di "Aldo". 

Stando a quanto accertato dai carabinieri, quella stessa notte insieme sarebbero fuggiti a Bruxelles passando dalla Svizzera. La loro, brevissima, fuga è finita mercoledì pomeriggio, quando "Aldo" si è presentato in caserma. Prima ha parlato con i militari, poi davanti al pm ha deciso di non rispondere alle domande. Ma investigatori e inquirenti avevano ormai scoperto tutto. 

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