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Giovedì, 18 Aprile 2024
Omicidio di Elena Del Pozzo / Catania

Martina Patti: perché c'è ipotesi premeditazione, il movente e gli aspetti da chiarire sull'omicidio della figlia Elena

La piccola Elena Del Pozzo è stata uccisa dalla madre a Mascalucia con sette coltellate: al collo, all’orecchio, alla spalla. La donna è in isolamento in carcere, sorvegliata 24 ore su 24. L'omicidio ha sconvolto la cittadina di trentamila abitanti sulle pendici meridionali dell'Etna

Martina Patti, 24 anni, ha confessato di aver ucciso a coltellate la figlia Elena, 5 anni, scomparsa lunedì a Mascalucia, in provincia di Catania. Dopo il delitto, ha nascosto il corpo della bambina sotterrandolo in un campo. Ha inventato la storia del sequestro da parte di un commando. Dopo meno di 24 ore è crollata, facendo ritrovare il cadavere. Le indagini sono solo all'inizio, alcuni aspetti di questa drammatica vicenda sono ancora da chiarire. Si esclude in ogni caso il coinvolgimento di altre persone. Ha fatto tutto da sola.

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L'omicidio di Elena Del Pozzo: la madre Martina Patti in carcere

Il corpo della piccola Elena era lì, a neanche duecento metri, in un campo incolto in via Turati, parzialmente sepolto, coperto da cinque sacchi, con le ferite delle sette coltellate inferte dalla madre sul collo e nella schiena. La confessione sarebbe stata senza parole di pentimento, senza lacrime. "L'ho uccisa io". Poco altro: "Ricordo soltanto il coltello, ma non ricordo altro, non ero in me, non ero io". Se sia stato un raptus, un delitto d'impeto, oppure no lo stabiliranno le indagini. Gli inquirenti hanno dubbi su questo punto, non a caso l'accusa è di omicidio premeditato aggravato. Appare ben pianificata la storia del rapimento, per quanto inverosimile, di tre uomini incappucciati. La giovane donna si era procurata, o comunque aveva a disposizione, l'occorrente per la sepoltura, una pala e una zappa.

L'ipotesi della premeditazione prenderebbe forza anche dal fatto che Patti aveva inventato un racconto parecchio articolato sui tre uomini incappucciati che le avevano strappato via la bambina; aveva infatti riferito agli inquirenti che i rapitori avevano persino fatto riferimento a un biglietto: "Non è bastato il biglietto a tuo marito? Allora la bambina la vuole vedere morta". Si tratta di una vicenda di qualche anno fa. Il padre della piccola Elena Del Pozzo era stato per errore accusato di una rapina e poi scagionato, ma tra il carcere e i domiciliari gli era stato recapitato un biglietto di minacce in cui lo si invitava a non rivelare il nome dei veri autori del colpo, di cui peraltro secondo i magistrati era ignaro. 

Nel corso della confessione Martina Patti avrebbe detto che lei ed Elena, intorno alle 14.30, erano uscite per andare a casa della nonna materna, ma da lì in poi ha rimosso tutto. Ricorda solo di essere andata in quel campo dove poi è stato trovato il cadavere straziato della bimba. Tuttavia al momento è impossibile sapere se la bambina sia stata uccisa lì nel campo oppure, più probabilmente, nell’abitazione, che ora è sotto sequestro in attesa di un nuovo ulteriore sopralluogo della scientifica. La madre della vittima sostiene di "non ricordare" di avere sotterrato la bambina, ma viene escluso il coinvolgimento di altre persone nell'omicidio.

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Il campo in cui è stato trovato il cadavere della piccola Elena Del Pozzo FOTO DI GRAZIA /CATANIATODAY

Il giallo del movente

Il movente è al momento un giallo: dalla separazione col marito, Alessandro Nicodemo Del Pozzo, 25 anni, Martina Patti e la figlia Elena vivevano da sole. La donna aveva faticato a chiudere serenamente con il suo passato, anche se aveva un nuovo fidanzato. Al marito forse non perdonava il fallimento della loro storia, il fatto che si fosse rifatto una vita con un'altra donna e che la piccola Elena si stesse affezionando alla sua nuova compagna. "C'erano state gelosie e violenze - ha detto il comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catania, Piercarmine Sica - e una delle possibili ragioni che hanno portato Martina Patti a compiere il gesto può essere proprio la gelosia". 

La piccola Elena Del Pozzo è stata uccisa con sette coltellate: al collo, all’orecchio, alla spalla. Martina Patti è in isolamento in carcere, sorvegliata 24 ore su 24.  Sono ancora tante le cose da ricostruire in questa storia che ha sconvolto la cittadina di trentamila abitanti sulle pendici meridionali dell'Etna. Il fatto di sangue è avvenuto verosimilmente tra le 13 e le 15. La sera prima la bimba aveva dormito a casa dei nonni materni. Alle 13 di lunedì Martina è inquadrata dalle telecamere dell'istituto mentre preleva la piccola, che felice corre incontro alla donna. Sono probabilmente i suoi minuti di vita. La madre continua a ripetere di essere 'confusa: "Non ricordo dove ho messo il coltello", ha detto.

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Un fotogramma dal video dell'ultimo abbraccio all'asilo tra Martina Patti e la figlia Elena di cinque anni uccisa poi dalla mamma (Foto: Carabinieri) 

Chi è Martina Patti, fermata per l'omicidio della figlia

Andrea Di Grazia, inviato di Catania Today a Mascalucia, delinea un profilo di Martina Patti a partire dalle parole di chi la conosceva. "Ha avuto sempre un disagio interiore, probabilmente legato anche ai suoi genitori che non volevano che lei uscisse, che stesse con mio figlio, - ha spiegato la nonna paterna Rosaria Testa - ma non so perchè sia arrivata a tanto. A volte aveva avuto un atteggiamento violento nei confronti di Elena, limitato però a qualche ciaffone. Nulla che potesse far pensare ad un gesto più grave". Anche se avvolta in un dolore lacerante, la signora Testa mostra compassione per Martina Patti. "Io non ce l'ho con lei, mi fa una grande pena - aggiunge, tra le lacrime". E' stata lei ad accompagnarla al suo primo giorno di grest estivo ieri mattina. "L'ho abbracciata forte, dicendole che come le voglio bene io non le vuole bene nessuno. Forse solo la madre poteva amarla allo stesso modo, ma così non è stato. La madre aveva un'ossessione per mio figlio. Non era amore. Perchè lo ha tradito, come abbiamo saputo in passato, facendo finta di niente. Adesso abbiamo avuto notizia che stava con un altro, relazione probabilmente allacciata prima di stare con Alessandro. Che nel frattempo si era rifatto una vita, conoscendo una ragazza in Germania. Questo Martina non lo aveva accettato, perchè aveva capito che adesso il dominio su mio figlio non ce lo aveva più".

Una madre affettuosa ma a tratti severa, autoritaria: così definiscono Martina Patti alcune persone che la conoscono. I rapporti con la famiglia di lui si limitavano a brevi saluti quando Elena veniva portata dalla madre a casa dei nonni. "Una donna fredda", secondo i vicini di casa,  che con le sue bugie convincenti sul sequestro della bimba era riuscita in un primo momento ad allontanare da sé i sospetti, in modo estremamente calcolato. Poi è crollata, ma senza pentimento, solo tanto distacco. Aveva pianto nel denunciare il presunto rapimento. Forse quello che è passato davvero per la testa di questa giovane donna prima di massacrare la piccola Elena, sua figlia, nessuno lo saprà mai.

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Il padre Alessandro Del Pozzo. Foto Andrea Di Grazia

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