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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La sentenza / Siracusa

Evan, il bimbo picchiato a morte: mamma e patrigno condannati all'ergastolo

I giudici della corte d'assise di Siracusa hanno condannato all'ergastolo Letizia Spatola, di 24 anni, e Salvatore Bianco, di 32, per l'omicidio del piccolo Evan, deceduto nell'agosto del 2020 a causa delle percosse ricevute

Letizia Spatola e Salvatore Bianco, rispettivamente la mamma e il patrigno del piccolo Evan, il bimbo di un anno e mezzo di Rosolini, nel Siracusano, ucciso il 17 agosto del 2020 a seguito di percosse, sono stati condannati all'ergastolo dai giudici della Corte d'assise di Siracusa. La 24enne ha ascoltato  la lettura della sentenza in tribunale, mentre il compagno di 32 anni lo ha fatto da una stanza del carcere di Vibo Valentia dove si trova detenuto. Al termine della requisitoria, il pm di Siracusa aveva chiesto l'ergastolo per entrambi per l'accusa di omicidio e ka condanna a 5 anni e 6 mesi ciascuno per maltrattamenti. La Corte ha invece deciso di accorpare i due capi d'imputazione, con la coppia che è stata condannata per omicidio in concorso con i maltrattamenti. Per i due imputati è stata anche disposta l'interdizione dai pubblici uffici e la decadenza della responsabilità genitoriale.

Nell'aula del Tribunale di Siracusa erano presenti anche i parenti del papà del piccolo Evan, la nonna e gli zii del bimbo, assistiti dai legali Aurora Cataudella e Nino Savarino. Il padre del bambino, che vive a Genova, era assente. Per i magistrati di Siracusa, Evan è morto a causa delle lesioni inflitte dall'uomo nella loro casa, a Rosolini, sotto gli occhi della madre. Violenze che si sarebbero consumate prima della tragedia. Nelle conclusioni dell'autopsia, è indicato che la "grave insufficienza cardio-respiratoria da broncopolmonite da aspirazione", per cui è morto Evan, sarebbe riconducibile a delle lesioni subite dal minore. 

Una ricostruzione supportata anche da alcune intercettazioni ambientali realizzate grazie all'installazione di microspie nella casa in cui è avvenivano i maltrattamenti. Le immagini relative all'arrivo della vittima al Pronto soccorso dell'ospedale di Modica in cui sarebbero emerse delle ecchimosi sul corpo del bimbo, insieme a queste raccapriccianti conversazioni, sono finite nel processo, andando a confermare le terribili angherie subite dal piccolo Evan. Il piccolo, secondo la tesi della procura, avrebbe subito da tempo le percosse del compagno della madre, che secondo i parenti del padre naturale, avrebbe sempre fatto di tutto per nascondere le violenze.

A supporto della ricostruzione degli inquirenti, ci sono le intercettazioni ambientali grazie alle microspie sistemate dai carabinieri nella casa in cui si è consumato il dramma. Quelle conversazioni sono finite nel processo, insieme alle immagini relative all'arrivo della vittima al Pronto soccorso dell'ospedale di Modica in cui sarebbero emerse delle ecchimosi sul corpo del bimbo. Il piccolo, secondo la tesi della procura, avrebbe subito da tempo le percosse del compagno della madre. Per i parenti paterni del piccolo, Letizia Spatola avrebbe fatto di tutto per tenere nascoste le violenze. Il pediatra avrebbe e saputo solo di una delle due lesioni, alla clavicola e al femore, subite da Evan prima del delitto. 

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